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GRAFFITI E GRAFFIATI - L'iniziativa della scrittrice Erika Silvestri

Creato il 12 aprile 2012 da Calcisulcalcio
GRAFFITI E GRAFFIATI - L'iniziativa della scrittrice Erika SilvestriErika Silvestri è una scrittrice e Studentessa in Storia Medievale, Moderna e Contemporanea presso l’università “La Sapienza” di Roma. Erika lancia un'iniziativa, un appello. Invita i cittadini di Ladispoli alla manifestazione del 25 aprile che si svolge a Roma tutti gli anni.
L'invito si può espandere a tutti i comuni della provincia di Roma, a tutti i Sindaci di questi paesi, a tutti i candidati sindaci che si sfideranno alle prossime amministrative del 6 e 7 maggio. Il 25 Aprile viene vissuta per alcuni come una festa di "parte", credo che comunque la si voglia pensare, il 25 aprile rimane un giorno storico per la nostra nazione. Riporto integralmente l'invito di Erika, leggetelo. Comunque la pensiate.

di Daniele Coltrinari

Vieni con me alla manifestazione a Porta San Paolo! Noi la memoria non la perdiamo!
mercoledì 25 aprile 2012 ore 9.00binario 3, stazione di Cerveteri-Ladispoli, direzione Roma Termini
Ho avuto la fortuna di avere una nonna che quasi ogni giorno mi raccontava quel che è stato per lei vivere una guerra, uno sfollamento, i bombardamenti, la cattura e la deportazione in Germania di un fratello, la paura, la rabbia e infine la liberazione. Che benedizione, si, aver avuto questa nonna che mi ha fatto capire quanto sia importante sapere ciò che è successo, chiamare le cose col proprio nome e aver rispetto, soprattutto, aver rispetto della Storia, perché è nella sua memoria che conserviamo quanto di più prezioso ci sia per la nostra società. Mia nonna Maria era una contadina umbra chiamata a Roma per fare la domestica e la tata ai figli di una ricca famiglia borghese; non aveva studiato, mia nonna, poco sapeva di politica internazionale, ma quando vide i tedeschi occupare la città capì subito che i “Banditen” non erano quelli che si ribellavano, i partigiani.
Avevo pochi anni, quando mi raccontava dei soldati tedeschi, dei mitra che portavano in braccio e degli stivali neri, della notizia della deportazione del ghetto e di ancor prima, quando la folla in Piazza Venezia esultava alla notizia dell’entrata in guerra dell’Italia, e lei non riusciva a capire cosa ci fosse da esultare, che a volere la guerra si deve essere matti, diceva, la guerra porta la morte e a morire ci mandano sempre i poveracci. Quando le dissi che avevo deciso di scegliere la facoltà di Storia contemporanea, all’Università, fu la sola a capire veramente quanto questa scelta fosse sacra e importante, e quanto impegno per me significava quel compito futuro.
Qualche anno fa la Rizzoli ha pubblicato il mio primo libro, “Il commerciante di bottoni”, storia del mio affetto per Piero Terracina, nonno adottivo sopravvissuto ad Auschwitz- Birkenau all’età di quindici anni. Lo abbiamo presentato in moltissime scuole e comuni italiani, affinché il ricordo della sua famiglia possa restare e sfidare il tempo, in generazioni di ragazzi che in alcun modo avrebbero potuto divenirne testimoni.
Sasà Bentivegna, partigiano dei Gap romani che organizzarono l’attacco alla truppa tedesca a Via Rasella, è morto il 2 aprile scorso, lasciandoci in eredità le sue battaglie in nome della verità e della libertà. Era per me un simbolo di lealtà e coraggio e sono convinta del fatto che conservare la memoria di persone come lui e come Piero sia essenziale per stimolare la capacità critica delle persone. Per risvegliarle, in un certo senso, da questo sonno culturale nel quale siamo caduti.
Credo che quest’anno sia più che mai importante celebrare la festa della Liberazione Italiana non come una ricorrenza divenuta ormai monumento cristallizzato, vuoto di significato per chi non ha avuto una nonna Maria a riempirlo, ma come una giornata in cui poter essere fieri di essere gli eredi degli uomini che quel 25 aprile del ’45 liberarono Milano e Torino e simbolicamente la nazione intera dalla dittatura, dalla menzogna, dall’oppressione e dalla violenza durate un ventennio.
Sono sempre andata alla manifestazione romana, a Porta San Paolo, e ricordo come fosse davvero una festa, anni fa. Negli ultimi anni è andata rimpicciolendosi fino ad avere l’apparenza di un sit-in di protesta e i tentativi di revisionismo storico sono aumentati a dismisura.
Giovanna Maturano ha compiuto quest’anno 100 anni. Nel ’43 fu una staffetta partigiana all’interno delle Brigate Garibaldi e ogni anno è presente alla manifestazione. Con lei, sorretti da timidi bastoni, gli ultimi rimasti a testimoniare gli atti di coraggio dei loro vent’anni. Quest’anno, dopo la morte di Sasà, ho deciso di fare qualcosa anch’io per rispondere a chi infanga la storia o dichiara di aver perso la memoria.
Questo è un invito: se vorrete, vi aspetterò la mattina del prossimo 25 aprile, alle ore 9.00, al binario 3 della stazione di Cerveteri-Ladispoli per passare insieme quella che ad ogni costo deve essere una festa, un giorno in cui poter incontrare i partigiani rimasti e poterli ringraziare per averci permesso di nascere in un’Italia libera.
Per averlo voluto fortemente, per averci provato, almeno.
Tengo a precisare che questo evento nasce da una mia iniziativa personale, totalmente libera e non legata in alcun modo a partiti politici o ad associazioni, che è aperta a tutti. Ho pensato inoltre di invitare ufficialmente gli istituti scolastici della città, e ogni candidato sindaco, che vista l’impegnata campagna elettorale avrà così un’occasione in più per dimostrare ai cittadini la sua presenza e la sua partecipazione (staremo a vedere).
La manifestazione si terrà a Porta San Paolo (stazione Ostiense) alle ore 10.00, in forma assolutamente pacifica alla quale parteciperanno le associazioni dei partigiani.
Erika Silvestri

Per avere maggiori informazioni, potete visitare la pagina evento su facebook:
https://www.facebook.com/events/381886161852032/

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