Egregio dottor Gramellini,
è bastato che quei puzzoni di napoletani chiedessero le dimissioni del suo collega Amandola, che si alzasse un vespaio di piccate risposte e di gara sul volgar stile di chi ce l'ha più lungo.
E così se Saviano faceva notare che i piemontesi scoprirono il bidet a Caserta, nella reggia dei Borbone, lei si è sentito in dovere di rintuzzare con Vero: in Piemonte all’epoca non avevano i bidet. Però avevano le fogne. Mentre i rimpianti Borbone, per potersi pulire le loro terga nel bidet, tenevano la gran parte della popolazione nella melma. Ora, che agli eredi diretti di Franceschiello dispiaccia di non potersi più pulire le terga nel bidet in esclusiva, posso capirlo. Ma che i pronipoti di quelli che venivano tenuti nella melma vivano l’arrivo dei piemontesi come una degradazione, mi pare esagerato.
Anche in questo caso si risponde all'idiozia e al razzismo del collega giornalista, con un'ennesima denigrazione ed un falso storico. Napoli, città grande tre volte Torino, al contrario di quanto lei pensa, aveva un sistema fognario che il sindaco De Magistris ha ereditato in sorte. Non solo.
Molte delle case di quei lerci e puzzoni napoletani (strano ma vero) avevano perfino l'acqua corrente.
Ora non si tratta d'essere neoborbonici, basterebbe soltanto studiare un pò meglio la storia di una città e di un Regno che, come le direbbe Paolo Mieli, viene troppo spesso assunto ed addotto a modello negativo per qualsiasi cosa. Anche quando non lo merita e la colpa è altrui (al netto di tutte le considerazioni sulla Storia riscritta dai vincitori)
Se continuiamo su questa china potremmo rilanciare che, ad esempio, coi Borbone, i napoletani non ebbero due guerre mondiali, Casalduni e Pontelandolfo e neppure le vergognose leggi razziali.
E non attesero nessuno per liberarsi dal nazifascismo. Lo fecero da soli. Eppure non furono chiamati partigiani, con la dinignità cioè che si ebbe per i combattenti dell'appennino tosco emiliano ad esempio, ma in maniera quasi diminutiva, si chiamarono "muschilli" e "scugnizzi". Lo vede dottor Gramellini, che c'è un registro di giudizi di valore, diverso e deteriore quando si parla dei terroni partenopei?
Cavour alla fine dei suoi giorni scrisse che non era denigrando Napoli che la si sarebbe cambiata.
Saluti.
Un Lazzaro
PS : non si stupisca di questo clamore, è che ci siamo stancati.