“L’Italia bolliva”.
“Una foto è spesso l’effetto finale di qualcosa che magari si è svolto prima”. (Ministra Cancellieri)
Io invece, signora mia, penso, molto più alla vecchia maniera, che una foto valga più di cento parole.
Calciare in faccia,
colpire sistematicamente alla testa e perfino
alla nuca (un colpo che potrebbe risultare disgraziatamente fatale), come colpire chi è già a terra e disarmato o alla schiena non è un effetto finale, è voglia di fare male e usurpazione di potere. In certi casi vuol dire essere proprio carogne. Questo tipo di repressione non è confronto tra opposti schieramenti ma esercizio di qualcosa che, se proviene dal più forte, assomiglia molto alla viltà.
Io non credo, come vomitevolmente fanno capire
la CGIL e il PD, che in questi casi la violenza sia uguale da entrambe le parti, perché ci si dimentica che chi difende lo Stato, quindi i suoi cittadini, quindi noi, non i membri del Bilderberg, dovrebbe porsi su un livello etico nettamente superiore rispetto al teppistello da strada che fomenta i disordini perché è un cretino o perché lo fa su ordinazione da provocatore di mestiere.
Non mi meraviglio del Casini che parla come il Fini del G8 genovese, il che è un fenomeno naturale, ma mi fa schiumare di rabbia l’ipocrisia di questa sinistra vigliacca che dal 2001 abbandona sistematicamente le piazze dei dimostranti al loro destino ed ha assimilato il virus tartufesco della par condicio che tutto livella e tutto annichila nella logica del +1-1=0. Sinistra che viene giustamente contestata e mai abbastanza perché forse è altrettanto distaccata dalla realtà delle
mariantoniette di centrodestra ed i loro bar pieni di gente che beve cappuccini. L’ideale da accompagnare alle famose briosche.
La criminalità di un regime come quello attuale dei sado-monetaristi consiste anche nel coltivare le frustrazioni delle sue forze dell’ordine affinché esse le sfoghino ad hoc sugli oggetti sbagliati al momento giusto, sul primo che passa, che sia un black bloc o un pischello qualsiasi, partecipando come attori in un crudele esperimento di etologia, in un mondo snuff movie a tutto sangue.
La comprensibile frustrazione degli agenti, pagati poco e male e costretti a lavorare peggio, non viene agita su chi taglia i fondi per le Giustizia e costringe il personale di Polizia e Carabinieri a fare gli straordinari gratis, a pagare la benzina delle volanti e la carta per le stampanti di tasca propria; non viene lanciata contro coloro che, mentre fanno credere di combattere il crimine, sottobanco mestano e si accordano con esso in abominevoli e vergognose trattative. Nemmeno contro chi sta pianificando
lo scioglimento dell’Arma dei Carabinieri per obbedire ai diktat di un’Europa che vuole un unico corpo armato che risponderebbe chissà a quale autorità. Quell’esercito unico europeo di cui si sono riempiti la bocca godendo come ricci i volonterosi carnefici del PD l’altra sera al
#csxfactor.
Che direbbe oggi Pasolini delle manganellate in testa e dei calci in faccia, visto che lo si tira sempre per la giacca in questi casi? Forse direbbe che non è più il sessantotto del posto fisso e della protesta degli studenti borghesi come antidoto al vuoto ed alla noia, opposto alla lotta per il pane quotidiano dei ragazzi meridionali il cui unico sbocco sociale era fare gli sbirri.
Oggi, come ha detto Aldo Busi, gli agenti uno straccio di salario ce l’hanno ma questi ragazzi che protestano – non i pochi facinorosi e le solite comparse nerovestite, ma la maggior parte – non hanno un futuro se non di precariato. E’ un fenomeno nuovo. Sono forze sociali volutamente stroncate da piccole, alle quali si inocula solo la
depressione del muro nero come futuro, alle quali si offre solo il forse se non addirittura il nulla. Forze che però, a questo punto, non hanno più nulla da perdere e che quindi bisogna rieducare a colpi di manganello prima che se ne accorgano. L’unica risposta del governo dei sado-monetaristi alle richieste di chi non fa parte del club non può che essere la pedagogia nera delle botte alla cieca.
Io,
come Beppe Grillo, mi auguro che
i soldati blu capiscano che stanno prestandosi ad un gioco sporco che alla fine danneggerà anche loro e che, come in tutti i copioni rivoluzionari, decidano di passare dalla parte degli oppressi, tra i quali ci sono anche loro, ma bisognerà prima che qualcuno ordini loro di sparare sulla folla.
Se la posta in gioco sarà salvare il piano diabolico che hanno ideato per assoggettare popoli interi, vedrete che prima o poi quel qualcuno lo farà.
Un esempio di come la stampa embedded riporta i fatti riducendoli alla solita par condicio furbesca che però alla fine si capisce da che parte pende. Nella foto in basso a sinistra si vedono i famigerati “scudi di polistirolo usati come testuggine” che, secondo i TG – appena ascoltato su La7 – avrebbero costituito una minaccia e quindi giustificato la repressione. Polistirolo, avete letto bene.