di Giovanni Palladino, segretario politico dei Popolari Liberi e Forti
Una nostra simpatizzante ci scrive: “Cosa pensare dei 20.348.165 elettori che non sono andati a votare? Delle 954.718 schede nulle e delle 577.856 schede bianche? Aggiungiamo la protesta grillina e la domanda è: il PD ha il 40,8% di cosa? Chi rappresenta? Mi date un solo motivo per cantare di grande vittoria del PD? Secondo me continua la grande discesa agli inferi del popolo italiano.”
In effetti è impressionante che circa 22 milioni di italiani si siano rifiutati di esercitare un loro diritto. E se non ci fosse stata l’esca degli 80 euro, forse sarebbero stati molti di più. Quindi il 40% del PD equivale al 20% del corpo elettorale, il 21% del M5S al 10,5% e il 16% di FI all’8 %. Ed è un paradosso storico che gli eredi della DC e del PCI oggi cantino vittoria.
Perché? Semplice: quei due partiti ci hanno portato all’attuale disastro morale ed economico del Paese. Infatti il problema della corruzione e del debito pubblico (le due grandi malattie che stanno debilitando l’Italia e gli italiani) ha le sue radici nella concorrenza sleale che si fecero i due partiti sul fronte del finanziamento della loro attività. Si sa che la Russia e le coop rosse finanziavano il PCI con grande generosità. La DC rispose – dopo la morte di De Gasperi (1954) e di don Sturzo (1959) – con il graduale potenziamento del Ministero delle Partecipazioni Statali, ossia con l’occupazione tangentizia dell’economia e con l’inevitabile pessima gestione delle imprese pubbliche, fonte di deficit più che di sviluppo.
Il senatore a vita Luigi Sturzo, prevedendo già negli anni 50 i mali che corruzione e debito pubblico avrebbero causato al Paese, lanciò per primo il problema della “questione morale”. Berlinguer lo lanciò con più di 20 anni di ritardo, ma con la coscienza sporca di avere creduto al marxismo (pessima dottrina per risolvere la “questione sociale”) e di aver chiuso gli occhi per lungo tempo sul fronte del finanziamento illecito del PCI. Poi vennero i Craxi e i Berlusconi… E infine, come naturale conseguenza, i rottamatori Grillo e Renzi.
Ora le promesse di Renzi hanno vinto sulle urla di Grillo. Ma “invano edificano i costruttori”, se nel costruire non si risolvono la “questione morale” e la “questione sociale”, entrambe dipendenti dalla “questione culturale”. Per risolvere queste tre “questioni”, parafrasando Leone XIII, ci vorrebbe un grande partito liberale di VERA (e non falsa) ispirazione cristiana. Chi è disposto ad aiutare la crescita dei POPOLARI LIBERI E FORTI?