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Gravidanza: aspettative vs realtà (ovvero sul perché è facile sentirsi un cesso ansioso)

Creato il 09 gennaio 2016 da Valentinap @mammeaspillo

Gravidanza: aspettative vs realtà (ovvero sul perché è facile sentirsi un cesso ansioso nei nove mesi che ti dicono dovrebbero essere i più belli della tua vita)

Potrei passare ore ad elencarvi i pregi della gravidanza, visto che sono alla quarta (anzi, se contiamo anche quella finita male alla quinta). Ok va bene, ve ne dico alcuni, validi per la maggior parte delle donne:gravidanza-aspettative-realtà

-senso di grande serenità e indifferenza alle seghe mentali, perché oh, stai crescendo una vita dentro di te
-capelli e pelle lucenti come dopo svariate sedute rigeneranti da parrucchiere ed estetista
-seno da paura (la stessa che tornerà a farvi compagnia una volta smesso di allattare)
-indulgenza da parte di noi stesse e dei nostri compagni verso voglie improvvise, pasti da camionista, cambi di umore repentini, lacrime davanti ad una commedia di Aldo Giovanni e Giacomo (tratto da una da storia vera)
-saltare la fila in cassa al supermercato…
E altre varie ed eventuali che non sto qui a narrarvi

Ora, però, diamo lo sguardo anche alla realtà. Quella non idilliaca e fuori dai racconti delle amiche e dalle riviste di settore: come può capitare di sentirsi DAVVERO durante una gravidanza? Ecco qua qualche punto che ci accomuna un po’ tutte durante questa fase tanto delicata. Nell’ordine, si potranno sperimentare:

-botte ormonali tipo sbornia da superalcolici: ok, ridere e il momento dopo piangere rientra nel temperamento di molte donne, ma io parlo di un qualcosa di veramente più drammatico… Tipo provare un’estrema serenità e l’attimo seguente singhiozzare come se tuo marito ti avesse lasciato per Belen Rodriguez. Il tutto, magari, mentre stai semplicemente provando un paio di scarpe nel negozio più figo della città.

-senso di non riconoscimento davanti allo specchio: carino il pancino che cresce ma oddio, il punto vita, dov’è il punto vita? Ne avrò di nuovo uno?! E queste smagliature? E perché ho il culo pieno di cellulite, eppure ci sto anche attenta e la faccia, è talmente gonfia che pare mi abbiano pestato di botte stanotte. Tranquille: la buona notizia è che tornerà (quasi) tutto come prima. La cattiva è che se già nella vostra vita stanno cambiando tante cose, non è affatto facile convivere con un corpo nuovo e le fortunate che non sperimentano effetti negativi sul proprio corpo sono davvero pochissime.
-seno da paura? Dipende. Se non avete seno magari la sensazione di tensione e gonfiore vi piacerà. Se ne avete, vederlo lievitare e divenire del peso specifico di un’anguria (ciascuno) non sarà il massimo, nè esteticamente, nè tantomeno per la vostra schiena. Aspettate poi di finire di allattare e ritrovarvi con due buste della spesa (vuote) che penzolano. Non il massimo, decisamente.

smagliature-gravidanza

-paura per il futuro: specialmente se è il primo figlio – dal secondo in poi saprete già che in qualche modo si fa sempre – avrete un sacco di pensieri, magari la notte, o magari mentre state affrontando una riunione di lavoro. Sarò una buona mamma? Lo mando al nido o lo lascio con i nonni? E se non riesco ad allattare? E se non riesco ad organizzarmi con il lavoro o peggio mi licenziano? E se il ginecologo mi stesse nascondendo qualche problema? Oddio e il parto? Insomma, per farla breve, una mamma diventa una gran rompicoglioni già prima di diventare mamma, visto che di solito queste domande sono rivolte all’altrettanto ignaro futuro papà.

-capelli e pelle splendenti: sì, quando non vi svegliate con la faccia gonfia tipo pugile, i brufoli da adolescente dovuti agli scombussolamenti ormonali, i capelli unti per lo stesso motivo, la pelle sudaticcia anche con i canonici diciotto gradi e molti altri splendori che non sto qui ad elencarvi. Ah, che poi è vero che i capelli si rinforzano, ma la stessa cosa accade, ahimè, ai peli: dunque, avrete meno peli sul corpo (momentaneamente) ma quelli sopravvissuti assomiglieranno alle setole del pennello con cui avete dipinto la cameretta del piccolo.

-agilità, questa sconosciuta: da metà della gravidanza circa in poi (e sono quasi cinque lunghi mesi) vi sentirete poco agili ed appesantite, anche se siete state attente a prendere poco peso. Io non ho mai abbandonato i tacchi, ma ci cammini sopra come un trampoliere, più che come Carrie di Sex and The City, ma il problema riguarderà un po’ tutte le situazioni normali della giornata: pancia che sbatte sulla scrivania dell’ufficio costringendovi a posture degne del Kamasutra (e con scopi meno divertenti), difficoltà nel fare manovra per il parcheggio, difficoltà nel vedervi la passerotta o allacciarvi le scarpe e parliamo del sesso, che resta bellissimo, ma quel povero marito dovrà sorbirsi una serie di “no, così non respiro”, “così schiacci il bambino” e via dicendo che farebbe pesare la voglia quasi a chiunque (ho detto QUASI). State continuando l’attività sportiva, come è giusto che sia? Ecco, saprete meglio di me che le foto delle varie vip in palestra incinte di otto mesi e fresche come rose non rispecchiano la normalità di noi donne comuni.

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-saltare la fila al supermercato: sì, facendovi guardare male e parlottare dietro anche se si tratta di una cassa prioritaria. Parliamoci chiaro: in Italia la cultura non è dalla nostra parte e ogni volta in cui giustamente schiviamo carrelli dobbiamo sorbirci un’ecografia morfologica da parte dei gentili compratori in fila. Poi, qualcuno vi ha mai aiutato a prendere la spesa dal carrello e metterla sul nastro? A me finora no. Ah, ma parliamo dei posti auto riservati alle donne in dolce attesa, in quei pochi luoghi in cui esistono: li avete mai trovati liberi? È più facile trovare un unicorno bianco e rosa che vi prenda in groppa portandovi direttamente a destinazione.

Siccome non voglio spaventare nessuno, tantomeno le mamme alla prima gravidanza, mi fermo qui per ora.
È ovvio che la dolce attesa rimane il momento più bello nella vita di una donna, perché carico di aspettative, mistero, sogni. Ma non diamo per scontato che sia facile… Perché poi quando capita di sentirsi come sopra (e capita, eh…) ci si sente sbagliate mentre non lo siamo affatto.


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