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Gravità (VI parte)

Da Lerigo Onofrio Ligure @LerigoOLigure
Camminare nei corridoi di Olympus sotto l’effetto della gravità artificiale dei generatori Altantis era per CJ il coronamento di un progetto andato avanti per anni, la perfetta armonia di quelle macchine era l’apice di un percorso che sembrava essere incominciato come uno scherzo di cattivo gusto fatto dalla sezione ricerche agli uomini di Pale. Sembra ieri che uno dei ragazzi di Roya ti chiamò chiedendo di dare un’occhiata agli schemi di queste paratie. Si disse ricordando il giorno in cui la sede di Vancouver era stata messa in contatto con l’ufficio commerciale di Mynoff, il quale pretendeva di parlare direttamente a Roya. Dal canto suo Pale aveva evitato di intromettersi e per molti anni il lavoro di CJ e degli altri era servito per aiutare Roya e i suoi uomini, finché le alte sfere della Atlantis non avevano deciso di mettere in chiaro che tutta l’azienda stava lavorando per Mynoff, ridiscutendo tutto il contratto. Si fermò un attimo a guardare fuori da uno di quei grandi oblò aperti sul vuoto spaziale, l’occhio di CJ riconobbe subito Venere: da quella posizione era la stella più luminosa nel firmamento e persino un bambino avrebbe notato la differenza tra quel puntino e tutti gli altri. Olympus potrà viaggiare fin li e anche oltre, se solo lo volessero. Si disse con un leggero sorriso all’idea che Mynoff avesse costruito quel gigante dei cieli per andarsene a zonzo nello spazio. Questo è il primo passo, entro cinquant’anni avremo abbastanza stazioni come questa da aver riempito l’orbita terrestre e qualcuno prima o poi si deciderà a emigrare altrove, quello sarà il momento in cui nascerà la civiltà del tuo sogno! Distratto da quei pensieri sul futuro della razza umana, CJ non si rese conto di essersi fermato a fissare il vuoto spaziale e neanche l’arrivo di Parker l’aveva distolto – Jennings? – chiamò il fisico, per la terza o quarta volta – Che ti prende, amico? – CJ lo fissò senza capire cosa volesse quell’uomo – Sam non ti ho sentito arrivare. – – Sembri sull’orlo di un esaurimento nervoso: eri li che fissavi il vuoto, come in trance. – ammise Parker con uno sguardo preoccupato – Non dirmi che stare qui ti piace, non dopo tutte le volte che hai dovuto lamentarti per il mal di spazio nella sezione alloggi! – – Non so Sam, questo luogo e quello che abbiamo fatto sono unici: chi abiterà qui potrebbe davvero considerarsi uno spaziale, è il primo passo verso un futuro lontano dalla Terra! – Parker annuì divertito – Davvero, sembri un bambino con un nuovo giocattolo. Perché non rimani con la Astral allora? Questa gente ha tante idee in mente, potrebbero aver bisogno di persone come te e da quello che so Angela Miracle ha provato a portarti dalla sua parte un paio di volte. – quelle parole tradivano una certa invidia, come se l’uomo non credesse a quella possibilità, ma del resto la Miracle era più lungimirante e sapeva perfettamente come gestire il personale: l’aveva dimostrato dando ordini alla squadra della Atlantis fin dal primo giorno. Lei è un leader e probabilmente continuerà a fare il proprio lavoro ai vertici dell’azienda, se non in questo progetto, in quelli che le affideranno in seguito. Si disse CJ, consapevole che se la Atlantis considerava quella commessa un successo, la Astral era di fatto diventata l’azienda leader nel settore spaziale, almeno per quanto riguardava gli habitat. – Jennings ti sei di nuovo chiuso in te stesso. – fece notare Parker, strappandolo a quei pensieri – Hai qualcosa da dirmi? – CJ fissò quell’uomo con uno sguardo indagatore, il tono era decisamente fraterno, quasi complice, come a volersi rendere partecipe di qualcosa di proibito che riguardava entrambi. – Sam io… – – Non c’è bisogno di dirlo amico. – – Veramente non so di che stai parlando. – Il fisico si fermò confuso – Vuoi dire che non ti hanno offerto un posto nell’equipaggio della stazione? – – Perché avrebbero dovuto? – domandò CJ, cominciando a capire, specie la silenziosa presenza della Miracle che aveva smesso di importunarli per tutta la settimana – Sam la Miracle ti ha proposto un posto di lavoro nel suo team? – – Capo della divisione tecnica. – Le parole di quell’uomo raggelarono CJ, si era aspettato che qualcosa andasse storto, ma non aveva immaginato che la Miracle mirasse a Parker – Complimenti. – riuscì a dire dopo un attimo – Mi aspettavo che saresti tornato in Alaska, invece resterai qui! – quella non era una buona notizia: Roya avrebbe sicuramente cercato di riprendersi il suo uomo e il Vecchio poteva tranquillamente spedire CJ a rimpiazzare Parker per evitare le ire dell’altro. – Mi mancherà lavorare con voi, ma ho saputo dal mio nuovo capo che tu non sarai in cattiva compagnia, marpione! – ammiccò il fisico con un ghigno soddisfatto – Ecco perché non volevi spalleggiarmi, la Ivory era il tuo territorio di caccia! – Arrossendo CJ cercò di negare quell’evidenza, ma sotto lo sguardo sempre più divertito dell’altro si disse che era inutile continuare a mentire – Stiamo insieme da un po’ ormai, ma non possiamo renderlo pubblico, non senza rinunciare alla carriera. – sospirò, aver confessato quel segreto lo rendeva meno difficile da sopportare, tanto che CJ dimenticò di essere stato ingannato dal suo nuovo confidente. – Allora accetta la proposta di lavoro della Astral, non ci sono limitazioni di quel genere qui, anzi Ariane sarebbe un ottimo agente commerciale per la Astral e potreste stare insieme senza doverlo nascondere a tutti! Cameron pensaci, lavoreremmo insieme a questo progetto e non solo come consulenti: saremo noi a fare il passo! – CJ chinò il capo, consapevole che una parte di se avrebbe voluto fare quella scelta e con sua maggiore sorpresa quella parte era la stessa che ragionava come la donna del sogno, che l’aveva spinto a stare con Ariane e che inspiegabilmente ora lo voleva dentro Olympus, pronto a tradire la stessa azienda che l’aveva reso ciò che era – Non saprei Sam. – – Capisco la tua reticenza, anche io avevo dei dubbi, ma Angela è una persona meravigliosa: mi ha dato tutto il tempo per decidere e so che farà lo stesso per te! – l’entusiasmo del fisico non faceva che atterrire ancora di più CJ, stretto tra la voglia di stare su Olympus e la lealtà al Vecchio e agli altri colleghi con cui aveva lavorato gomito a gomito per anni. – Cosa farai con Roya? – – Ho già inviato le mie dimissioni alla divisione ricerche, non credo che Ramon la prenderà troppo bene, ma dopotutto è meglio così: non tornerò sulla Terra e questo vuol dire che potrò incominciare subito con il mio lavoro su Olympus. – ammise Parker con un lungo sospiro – Devo tanto a quell’uomo, ma non potevo lasciarmi scappare un’occasione come questa, tu lo sai Cameron! – CJ annuì, consapevole che quella fosse una realtà comprensibile – Quindi ci salutiamo ora? – domandò. – Si. Domattina inizio il mio primo giorno di lavoro come dipendente Astral. Cameron è stato un piacere lavorare al tuo fianco, sentirò la tua mancanza, amico! –

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