Magazine Cinema
RECENSIONE
Per la Dottoressa Stone si tratta della prima spedizione spaziale, mentre l'astronauta Kowalsky è alla sua ultima missione prima del pensionamento. Una pioggia di detriti derivati dall'esplosione di un satellite li colpirà in pieno portano a tragiche conseguenze..
TRAMA
Alfonso Cuarón firma un blockbuster d'autore, spettacolare e allo stesso tempo di grande qualità, soprattutto dal punto di vista tecnico.
Il film infatti ci trascina nello spazio e rende palpabile l'assenza di gravità che caratterizza il film grazie a effetti speciali stupefacenti e un 3D finalmente necessario. Ottima e funzionale anche la colonna sonora di Steven Price, che contribuisce al mantenimento della tensione.
Al montaggio c'è ancora Cuaron, mentre la straordinaria fotografia è di Emmanuel Lubezki, oramai una garanzia (To the wonder, The three o life di Malick).
L'unica pecca del film è la sceneggiatura, scritto dallo stesso Cuaron col fratello Jonas, molto debitrice del cinema hollywoodiano più convenzionale. Ma Gravity dopotutto è anche un blockbuster e deve sottostare a rigide regole almeno a livello narrativo. La trama in sé infatti non presenta nulla di particolarmente originale e ripropone la storia di un personaggio normale che di fronte a situazioni straordinarie si trasforma in eroe. Alcuni passaggi che riguardano l'approfondimento del personaggio principale (che diventa anche l'unico nella maggior parte della pellicola, e questo è già meno convenzionale) appaiono infatti retorici e fanno perdere al film qualche punto, soprattutto nel finale che gioca un po' troppo con lo spettatore.
Ma il film ha un altro personaggio importante: lo spazio. Infinito, pericoloso, misterioso eppure meraviglioso. E il tocco autoriale di Cuaron, regista, sceneggiatore e montatore è quello di aver voluto portare sullo schermo, con le ingenti somme che Hollywood gli ha concesso, una sfida personale la cui forza risiede tutto nell'aspetto tecnico.
Ma non si tratta di forma senza sostanza poiché la forma è talmente eccelsa da diventare essa stessa sostanza in grado di emozionare, coinvolgere e stupire.
Il film va visto infatti in quanto esperienza sensoriale, non solo visiva grazie a un 3D che letteralmente ci immerge nello spazio e crea l'illusione di farci fluttuare. Un cinema che ci lascia a fiato e corpo sospeso, una magnifica illusione che conferma e rinnova ancora una volta la vocazione del cinema.
Applausi anche a Sandra Bullock, mattatrice assoluta di una pellicola che pone la sua solitudine e fragilità a confronto con l'immensità dello spazio.
VOTO: 8,5
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