“C’è chi concede briciole/avaro/C’è chi si sbriciola/altruista/C’è chi finirà in briciole/avido/C’è chi di briciole risorgerà/azzurro…”. Sembrano uscite dal gioco lieve e combinatorio della lingua, questi versi tratti da Crono silente di Grazia Calanna (Prova d’Autore –Catania, 2011); non senza, come in questo caso, un’ironia amara. Levità, dicevamo, che percorre buona parte della raccolta, (“Fiera feccia/dà briciole/Chèto cuore/si sbriciola/Sozza melma/in briciole/Erto mèro/di briciole”; “Spaccio di specchi allo spaccio/Spaccio tempo allo specchio/Spacciati allo specchio allo specchio del tempo”; “Condizionante condizionamento lento/aria pesante/pungente/morsa la mente/duole silente”), con versi brevi senza punteggiatura, giocando su assonanze e rime, termini polisenso. Altri testi della raccolta (“Ho percorso/cieco e scalzo/un cammino/lastricato di spilli aguzzi/arrugginiti da fiumi di lacrime invisibili/versate in silenzio/Ho sempre saputo/che saresti tornata/Ho atteso/e sopportato/il peso grave dell’assenza/Sfinito ti accolgo/e sfamo il mio dolore/con il cibo della vita/che mi rendi” (Il cibo della vita); “Note preconfezionate/stordiscono/coscienze bruciate dal sole/Sorrisi laccati/annegano nel mare/dell’indifferenza/Sogni cristallini/s’infrangono/contro lo scoglio/dell’umana bramosia/Vita scivola via…/tra silenziosi frastuoni” (Lampedusa), danno espressione a sentimenti e pensieri con lingua standard, mediatica, descrittiva più che evocativa. Ma buona parte del libro è costituita da componimenti brevi, epigrammatici (“L’attesa consuma i giorni/essiccandoli come fiori al sole/disidratata la vita si spegne/tra grigi frastuoni di logorroici silenzi” (Logorroici silenzi); “Fantasmi diurni/popolano il nostro tempo/oscurando giornate senza storia/gessate con occhi di anonime statue (Gesso). Gli esiti migliori (tra tutte, Klonatale, Il cucchiaio, Impari, Briciole, Gesso) sono quando il dettato si fa più morbido e misurato, e la lingua s’asciuga, ed affiora senza retorica uno sguardo arguto sul mondo e su noi stessi. (gn)
Klonatale
Non basta
gettarsi
nel turbine
di mille
inutili
snervanti
cose da fare
sorrisi/laccati
fiocchi/balocchi
tavole/imbandite
nastri/dorati
messaggi/clonati
Fuggire
*
Impari
Quel che resta di noi
ci si accanisce contro
in una lotta impari
Col passo indigesto calpesti
incurante
le tue stesse polveri
*
Briciole
C’è chi concede briciole
avaro
C’è chi si sbriciola
altruista
C’è chi finirà in briciole
avido
C’è chi di briciole risorgerà
azzurro
…
Fiera feccia
dà bricole
Chéto cuore
si sbriciola
Sozza melma
in briciole
Erto méro
di briciole
*
Gesso
Fantasmi diurni
popolano il nostro tempo
oscurando giornate senza storia
gessate con occhi di anonime statue
Grazia CALANNA
CRONO SILENTE
(Prova d’Autore –Catania, 2011)
Prefazione di Savina Dolores Massa
*
Grazia Calanna è nata a Catania. Laureata in Scienze Politiche, indirizzo Politico-Internazionale, dal 1989 esercita attività giornalistica. Direttore responsabile del periodico culturale L’EstroVerso (www.lestroverso.it ), dal 2001 collabora con il quotidiano La Sicilia. Crono silente è la sua prima raccolta poetica.