Ma è per il suo lavoro prima di redattore e poi di direttore editoriale (carica che ricoprì dagli anni Ottanta fino al 2006) che noi lettori dovremmo ringraziarlo. Lo spiega bene Moreno Burattini sul suo blog e Matteo Stefanelli ci fa capire qui, attraverso le parole dello stesso Canzio, quale rapporto di amicizia, oltre che di lavoro, lo abbia legato per più di 40 anni a Sergio Bonelli.
D'altra parte, Mauro Marcheselli, che ricopre oggi il ruolo che fu di Canzio, lo ricorda così in un'intervista che mi ha appena concesso e che pubblicherò fra poco su Fucine Mute:
"Due giorni fa ci ha lasciato (spero lassù si sia riunito con i suoi amici Sergio e Hugo), e vorrei ricordare un uomo che mi ha insegnato praticamente tutto quello che so di questo mestiere (quando sono arrivato ero una capra) e per il quale avevo un affetto e una stima enormi. Una persona riservata e coltissima senza la quale la qualità degli albi Bonelli sarebbe stata molto più bassa."Ecco il motivo per cui, come lettore, ringrazio Decio Canzio: curando con rigore e dedizione gli albi Bonelli ha contribuito a regalarmi delle ore magnifiche, trascorse divertendomi con intelligenza mentre leggevo delle storie di qualità.