Non riesco più a trovarlo … e ormai lascio perdere. :-(
No, non sono impazzita :D.
Mi riferisco a un quaderno la cui immagine di tanto in tanto rimbalza alla superficie della mia memoria. Inizio allora a frugare qua e là, sposto libri, vuoto cassetti, rovisto negli scatoloni in cantina e garage, ogni volta senza successo.
Ora che ho definitivamente sistemato la zona studio/libreria della casa restituendo ad alcuni vecchi libri una dignità, il calore di uno scaffale, il diritto a essere esposti, guardati, in alcuni casi ammirati per la loro età, e ovviamente riletti, ora – dicevo – ho definitivamente abbandonato le ricerche del mio quadernetto. Di lui nessuna traccia.
Peccato!
Ricordo la copertina color castagna con una piccola etichetta bianca e il titolo LETTURE; soprattutto rivedo la mia insegnante di Lettere delle Scuole Medie seduta alla cattedra mentre legge poesie dai suoi libri personali che portava a scuola e metteva a nostra disposizione.
In quegli anni – vi garantisco che ne è trascorso qualcuno … – la prof di Lettere era una presenza quotidiana. Italiano, Storia, Geografia, Latino: praticamente era in classe ogni mattina, sembrava una sorta di propaggine del maestro unico delle vecchie elementari; per noi ragazzine e ragazzini era un punto di riferimento: autorevole e non autoritaria, severa ma giusta, comprensiva come una mamma quando necessario, competente e aggiornatissima sulle ultime novità letterarie ed editoriali.
A differenza di altri insegnanti, la Mitica – il nickname con il quale l’avevamo ribattezzata – sentiva i limiti di un rigido programma ministeriale. Non si perdeva tuttavia in inutili proclami o sterili lamentele che dei dodicenni non avrebbero capito e che sarebbero stati solo una perdita di tempo.
Entrava in classe e quando diceva “Ragazzi, oggi leggiamo …“, noi sapevamo che quello era uno dei momenti in cui lei voleva andare oltre.
Apriva uno dei suoi libri e iniziava la lettura cui seguiva la dettatura dei brani in prosa o delle poesie che avevano incantato una classe di adolescenti.
E a questo punto, “quel” quadernetto diventava protagonista: era la nostra antologia personale.
La nostra Mitica ha fatto conoscere ai miei compagni e a me Tagore, Hikmet, E.L. Masters e il suo Spoon River, Il Barone Rampante di Calvino, Moby Dick di Melville nella versione di Pavese – solo per citarne alcuni – quando ancora non comparivano nei libri di testo.
“Quel” quadernetto conteneva perle allora molto rare; ecco perché mi era tanto prezioso.
Tra queste, una mi aveva emozionato in modo particolare: la poesia di uno scrittore cinese anonimo. Mi erano rimasti come ricordo l’immagine sfocata di un uomo solo che ritorna alla sua casa dopo anni di guerra e il ritmo dolce delle parole. Nient’altro.
Oggi posso facilmente reperire Hikmet, Tagore e tanti altri, ma l’anonimo cinese? Fino a qualche giorno fa non sapevo proprio come fare e dove cercare non avendo alcun riferimento.
But … never say never …
E infatti …
Lo Sbaracco mi ha aiutato.
È un’iniziativa che da qualche anno anima le vie del centro di Cremona durante i weekend tra fine febbraio e inizio marzo: un fuori tutto dai negozi, un mercatino che accoglie anche venditori di città vicine e in cui si alternano appendiabiti sovraccarichi, banchetti con capi di abbigliamento e oggetti vari, vintage e moderni, espositori di CD e dischi in vinile, tavole ricoperte da libri, vecchi e recenti, dove sosto puntualmente.
Ebbene, spostando alcuni volumi ne sfioro con le mani uno di piccole dimensioni, color carta da zucchero un po’ sbiadito, senza titolo, dall’aria vissuta.
Apro la copertina e all’interno compare la scritta LIRICHE CINESI; sfoglio e, dopo qualche pagina, leggo
A quindici anni andai soldato ….
…………………………….
(Anonimo I secolo a.C.)
Eccolo!
Acquisto immediato, ovviamente!
Rientrata a casa, affronto il libro con calma. Edizioni Einaudi, anno 1962, Prefazione di Eugenio Montale …
Chissà! Magari la Mitica leggeva da questo volumetto!
È un’antologia che comprende poesie scritte tra il 1753 a.C. e il 1278 d.C., disposte secondo l’ordine cronologico di composizione e delle dinastie che si sono susseguite in quell’arco temporale. Liriche anonime si alternano ad altre di autori noti come Po Chu-I.
Non so quasi nulla di letteratura cinese, ma ho davvero intenzione di recuperare dopo il mio fortunato incontro!
Ed ecco la famosa poesia che tanto mi aveva emozionato e che trovo davvero molto bella: malinconica tristezza, dignità del dolore, angoscia non urlata, pianto silenzioso dopo un sussulto di ritorno alla quotidiana convivialità della vita con la preparazione della “pappa“, e l’ombra della morte che aleggia su tutto senza mai essere nominata.
Poemetto vecchio
A quindici anni andai soldato,
A ottanta me ne ritornai.
Lungo la strada incontrai
Un uomo del mio villaggio;
Gli chiesi chi c’era a casa:
“Ve’, la tua casa è là dietro
Tutta coperta di rovi”.
Quando vi giunsi sparivano
Dentro a un buco della porta
I coniglietti selvatici.
Dalle travi del tetto piombarono giù dei fagiani;
Nel cortile cresceva qualche selvatica avena
E presso al pozzo qualche zucca bastarda.
“Bollirò quei grani d’avena,
Ne farò un piatto di pappa,
Raccoglierò quelle zucche,
Ne farò una scodella di brodo”.
Il brodo e la pappa sono cotti
Ma non vedo nessuno che venga a mangiare con me.
Mi affaccio alla soglia e guardo verso levante,
E le lacrime scendono e bagnano le mie vesti.
Anonimo (I secolo a.C.)
Liriche Cinesi , 1753 a.C. – 1278 d.C. a cura di Giorgia Valensin. Prefazione di Eugenio Montale, Einaudi Editore 1962