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Greenpeace chiede di fermare la raccolta di alghe radioattive

Da Nippolandia
Greenpeace

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In Giappone sta per iniziare la stagione della raccolta delle alghe e Greenpeace ha chiesto al governo di fermare i pescatori per evitare la raccolta di alghe contaminate. L’organizzazione ha infatti dichiarato tramite un comunicato stampa: “A seguito dei risultati delle analisi condotte nei giorni scorsi dalla Rainbow Warrior e da un team terrestre, Greenpeace rivela che i campioni di alghe prelevati nell’area di Fukushima sono altamente contaminati e chiede al Governo giapponese di non consentirne la raccolta e di avviare un’indagine approfondita sui rischi a cui vengono esposti i cittadini. I risultati preliminari delle analisi effettuate da Greenpeace impongono che il governo proceda con un campionamento più approfondito prima di consentire la tradizionale raccolta delle alghe lungo la costa della Prefettura di Fukushima e nelle aree limitrofe“. La pesca dovrebbe iniziare il 20 maggio, ma secondo l’associazione il rischio di raccogliere alghe contaminate è troppo elevato, come spiegato da Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia: “I nostri risultati indicano che c’è un rischio elevato che le alghe dell’area siano contaminate. Come mostrano i campioni di sedimenti marini analizzati dalla TEPCO e come confermano le nostre analisi preliminari, la radioattività si sta accumulando negli ecosistemi marini che forniscono un quarto del fabbisogno alimentare del popolo giapponese. Eppure le autorità non stanno facendo praticamente niente per proteggere la salute pubblica. Complessivamente, sono stati prelevati 22 campioni di alghe raccolte a nord e a sud della centrale di Fukushima Daiichi e fino a 65 km al largo della costa. I livelli di contaminazione registrati da Greenpeace raggiungono valori di oltre 10.000 Bequerel per chilogrammo (Bq/kg), oltre cinque volte i limiti ufficiali di sicurezza. È importante che il governo ritardi l’apertura della stagione di raccolta delle alghe per condurre studi approfonditi sia per valutare i rischi sanitari che per definire adeguate compensazioni agli operatori del settore colpiti dal disastro nucleare“. (Fonte: Mainfatti.it)


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