Questi composti, usati anche nell’industria tessile, una volta rilasciati nell’ambiente si trasformano in una sostanza pericolosa, il nonilfenolo (NP). Il nonilfenolo è persistente perché non si degrada facilmente, bioaccumulante perché si accumula lungo la catena alimentare e può alterare il sistema ormonale dell’uomo anche a livelli molto bassi.
La ricerca di Greenpeace pur avendo messo in evidenza che le quantità prensenti in abiti e scarpe non è dannosa direttamente per l’uomo, ha anche evidenziato che esiste un sovradosaggio su molti capi. Vista la quantità di indumenti commercializzati in occidente il fenomeno interessa anche l’Europa e l’Italia. Durante i lavaggi in lavatrice si scioglie nell’acqua una parte di NPE che finiscono poi nel sistema fognario, nelle falde acquifere e nel ciclo dell’acqua.
Grandi brand come Nike, Kappa, Adidas, Puma e Lacoste rientrano fra i produttori trovati positivi ai test di Greenpeace.
A distanza di una settimana Nike, Adidas e Puma hanno preso le distanze dagli altri grandi nomi denunciati nel rapporto “Panni sporchi 2”, come H&M e Kappa.
Geenpeace dichiara che nei prossimi giorni terrà gli occhi ben aperti per assicurarsi che i campioni dello sport mantengano le promesse fatte, trasformando gli annunci pubblici in fatti concreti.