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Greenpeace: scarcerato Cristian D’Alessandro

Creato il 22 novembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Greenpeace

Photo credit: Alex Carvalho / Foter.com / CC BY-SA

Alla domanda «Se fosse d’accordo a rifare il blitz che portò in seguito alla sua cattura», Cristian D’Alessandro ha risposto senza alcuna titubanza: «Sì, lo rifarei».

Cristian D’Alessandro è uno dei trenta attivisti di Greenpeace che venne arrestato in Russia a seguito del blitz alla piattaforma petrolifera della Gazprom, la più grande compagnia russa ed il maggiore estrattore al mondo di gas naturale, con un fatturato di vendite – aggiornato al 2010 – pari a 158 miliardi di dollari.
Il «Sì, lo rifarei» è quanto lo stesso D’Alessandro ha risposto ai cronisti che lo attendevano poco fuori dal carcere. Rivolgendosi poi al padre Aristide, raggiunto telefonicamente, avrebbe ancora detto: «Sto assaporando la libertà».
Nonostante l’attuale scarcerazione, l’associazione ambientalista ha voluto precisare che non sa ancora se l’attivista possa o meno rimpatriare o debba rimanere in Russia. La scarcerazione, concessa dal tribunale di San Pietroburgo martedì scorso, si sarebbe rivelata l’effetto di una cauzione pagata direttamente coi fondi della Greenpeace International.

Una cauzione pari ad un ammontare di 2 milioni di rubli, ovvero 45 mila euro circa. Le parole di Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, sebbene lascino trasparire un certo conforto, non riportano in sé alcun definitivo sollievo sulla vicenda: «Siamo sollevati» avrebbe detto, «ma non stiamo festeggiando». Questa sommessa titubanza parrebbe derivare dal fatto che ancora tutti gli attivisti, intervenuti nel blitz, «sono accusati di vandalismo»: un crimine punito duramente con diversi anni di carcere. I

n altri termini, gli Arctic30 potranno riassaporare la definitiva libertà, quando le accuse pendenti sul loro conto saranno del tutto rimosse. Sebbene questo periodo di incertezza e debole sollievo, il signor Aristide D’Alessandro, padre di Cristian, ha voluto del resto lasciar intendere: «Dopo la sofferenza degli ultimi due mesi c’è finalmente gioia, anche se sarà completa solo quando ci sarà l’assoluzione definitiva». Resta dunque sempre viva la speranza che la Russia di Putin «rinsavisca e si renda conto che questi ragazzi sono innocenti».


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