Grillo clown argentinico? O degli incerti del The Washington Post “inginocchiato”.

Creato il 02 ottobre 2012 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

di Rina Brundu. Meglio sminuir sostanza avendola che millantarla essendone privi. E’ una mia creazione aforistica che ri-sottoscrivo in ogni momento e, a giudicare dalle sue ultime uscite internazionali, la sottoscrive pure il nouveaux-politician Beppe Grillo. Non si spiegherebbe altrimenti la sua fotografia da reuccio soddisfatto a corredo dell’articolo  “In Italy, a comedian is getting the last laugh” pubblicato sul The Washington Post a firma Anthony Faiola; fotografia che lo vede, appunto, seduto ben comodo su un ideale trono politico italico dal quale dirime ed esterna.

Oltre alla foto, a dar l’impressione che Grillo preferisca la sostanza all’apparenza, sono anche le sue dichiarazioni nel pezzo

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    • incriminato e la presa di posizione: ferma! Nell’articolo, Grillo viene citato mentre nega con decisione di essere un populista alla maniera di Le Pen, o un estremista alla maniera dei neonazisti tedeschi, o un estremista di qualsiasi natura alla stregua dei nazionalisti finlandesi o del tycoon austriaco Frank Stronach. I grillini, secondo il loro “garante”, sarebbero gente bella (beautiful people), e l’ultimo eroico avanposto umano tra l’Italia e il ritorno di un qualsiasi regime.

      Nessuno nega che i “grillini” siano bella gente. Il problema, infatti, non sono i grillini, quanto piuttosto le reiterate “campagne” dell’intrattenitore genovese, riportate con dettaglio (e un pizzico di cattiveria o leggerezza, non è dato capire) dal suo intervistatore. Intervistatore (occorre dirlo, perché se non si fanno sconti al giornalismo nostrano, meno che meno occorre farli a quello d’oltreoceano), che dà purtroppo l’impressione di essere leggermente “inginocchiato” davanti all’ex comico o, in alternativa, ansioso di far trapelare il suo apprezzamento (e.g. sarebbero uno su cinque, attualmente, gli italici intenzionati a votare Grillo, manco se il sondaggista fosse un Mannheimer in pensione, nonché privato della severa supervisione vespica).

      Il problema smontante il pur ben preparato siparietto mediatico-internazionale (per certi versi tutta la vicenda ricorda quando Repubblica citava il The Economist che riteneva Berlusconi “unfit to rule Italy” e di fatto gli consegnava lo scettro di comandante in capo!), dicevo, sono state le reiterate campagne di Grillo riportate con dettaglio, nero su bianco: dall’incitamento al volgo affinché segua il “buon esempio” tracciato da Argentina ed Ecuador e dunque promuova un referendum che porti alla sospensione del pagamento del debito pubblico, fino alla recidiva demolizione dell’operato del governo Monti (Rigor Monti).

      Gli incerti del giornalismo online! Non è trascorso troppo tempo dalla pubblicazione del pezzo che il sagace commentatore anonimo argentinico, tal “jorge_mt”, si  e’ sentito in dovere di dire la sua: “Sono argentino e l’Argentina é oggi uno dei governi americani più corrotti. La stampa indipendente viene silenziata, i capi delle organizzazioni che forniscono percentuali inflattive superiori a quelle del governo, i capi dell’opposizione e gli individui che osano parlare,Aforismi

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  •   vengono perseguiti. La legge è usata come maglio per terrorizzare i cittadini, il dettaglio della spesa pubblica non è dato conoscere al popolo…. (ndr  etc, etc, etc”)…. Questo è quello che accade oggi in Argentina. E questo clown chiede all’Italia di seguirne l’esempio? Italy is royally screwed!”. Be’ questo lo sapevamo. O quasi.

    Ripeto: gli incerti del giornalismo online e del The Washington Post, inginocchiato!

    Featured image, Argentina’s flag.

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