Di Mario Marrandino. Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio attacano Renzi oggi sul blog, riguardo al complicato dialogo Pd-M5S dei giorni scorsi sulle riforme, che da domani, almeno quelle costituzionali, saranno in aula al Senato dopo l’ok in Commissione: “Il M5S ha messo alla prova la velocità di ‘Renzie’ e ne ha constatato la lentezza da bradipo. Il M5S ha risposto alle richieste del Pd in tempo reale, il Pd ha fatto ammuina. Aspettiamo una risposta nelle prossime 24 ore”. “È necessario concludere questo confronto al più presto”, incalzano Grillo e Casaleggio, che sembrano avere una certa fretta. “Per cui, se non verrà confermata una data di incontro con la nostra delegazione in settimana insieme a eventuali rilievi alle nostre risposte ne prenderemo atto e lasceremo che la trattativa si sviluppi con la benedizione del Colle tra il noto pregiudicato, e forse da venerdì anche noto carcerato, e il bradipo fiorentino”.
“A ‘Renzie’ bisogna riconoscere un grande merito: è imbattibile a menare il can per l’aia dietro a un apparente decisionismo. L’idea dell’uomo del destino che con la sua ardimentosità porta il Paese fuori dal vuoto è trasmessa anche dal suo accelerare davanti alle telecamere. Vedete come corro io… Renzie piè veloce” scrivono i fondatori pentastellati, aggiungendo una sorta di ultimatum politico: “Aspettiamo una risposta nelle prossime 24 ore, o, per agevolare Renzie, nei prossimi 1.440 minuti o 86.400 secondi. Scelga lui”.
Matteo Renzi non ha risposto direttamente a Beppe Grillo e continua con la sua politica della “rivoluzione del buonsenso”: “Se passassi il tempo a temere le insidie degli oppositori, farei un altro mestiere. Intanto, alla faccia di chi non voleva, il testo delle riforme è passato in Commissione. È una rivoluzione del buonsenso”, ha ribadito il premier al Tg1 dicendosi sicuro di ottenere “una maggioranza molto ampia” in Aula perché “i politici hanno capito che così non si va avanti”.
Boschi: “Risponderemo senza problemi nelle prossime 24 ore. Il Pd incontrerà M5S ed il tavolo resta aperto. Prendo atto di questa fretta, ma segnalo che negli ultimi mesi abbiamo lavorato. Per ora Forza Italia ha rispettato i patti, quindi l’accordo tiene. Io mi auguro di riuscire ad approvare la riforma prima della sospensione estiva”, ha continuato Boschi, “spero che entro la metà di agosto si arrivi all’approvazione”. Il ministro si è lasciato andare anche una battuta sul premier Renzi: “È un po’ un confusionario, ma ci sta lavorando e negli ultimi mesi è molto migliorato”.
Serracchiani critica l’operato di Grillo. La vicesegretaria del Pd dice: “La tattica di Grillo appare sempre più chiara: chiedere il confronto per fermare le riforme. Lo stesso organo ufficiale del partito di Grillo mostra che c’è una doppia linea nel M5S”. “Grillo si è tagliato fuori da solo con il suo splendido isolamento”, ha aggiunto Serracchiani, “poi ha tentato di rimettersi in pista all’ultimo minuto e ora non sa più che pesci pigliare. E’ facile la protesta ma la proposta è tutt’altra cosa”.
Luigi Di Maio, che in questi giorni ha guidato l’ala trattativista del Movimento, è parso dalle sue dichiarazioni particolarmente contrariato ed indignato dalla manovra di riforma del Senato: “Credo che quella del Senato sia una riforma che fa paura, qui si rischia una linea autoritaria; una riforma elettorale senza preferenze, una riforma del Senato che non è elettivo quindi i cittadini non possono scegliere, si capisce che i grandi esclusi di queste riforme sono i cittadini”.
Di Maio continua: “Faremo opposizione dura e faremo la manifestazione per attirare l’attenzione il più possibile su questo tema”. E al premier dice: “Se la linea del dialogo significa che Renzi temporeggia invece di incontrarci e intanto si fa le riforme con Berlusconi, questa non è la linea del dialogo. Se però Renzi non vuole incontrarci ce lo deve dire; gli alibi non ci sono più”. Di Maio intanto annuncia che sarà in piazza martedì davanti a Palazzo Madama. Nonostante gli annunci di ieri, non ci sarà Beppe Grillo, stando a quanto scrive oggi il blog del capo politico 5S.
“Grillo protesta, io cambio l’Italia”, parole forti del premier sulla manifestazione. “Il sit-in di Grillo? “È la cosa che gli riesce meglio. Organizzare proteste è il suo mestiere. Il mio, invece, è cambiare l’Italia. Vorrà dire che martedì mattina, mentre si prepara alla 27esima marcia su Roma, che ormai mi sembra una retromarcia su Roma, e mentre urla al 42esimo colpo di Stato dall’inizio della legislatura, gli faremo trovare una puntuale risposta del Pd, argomento per argomento, al suo decalogo della settimana scorsa”.
I “frondisti” di Forza Italia e Partito Democratico sul fronte delle riforme, intanto, contestano un’altra frase pronunciata dal premier nell’intervista. “Non si rassegnano all’idea della semplificazione e del fatto che non ci sia indennità per i senatori”. Chiti: “Dal premier assurdità”. “Il premier ha la cattiva abitudine di criminalizzare chi dissente”, dice il forzista Augusto Minzolini.
Nel pomeriggio, Fitto contro Berlusconi: “Caro Presidente, non sono, non siamo ‘contro le riforme’. Ciò che crea grande perplessità sono invece due ordini di questioni, e cioè: i contenuti della proposta in campo, come il Senato elettivo e il rischio di nuovi conflitti Camera e Senato, e la fretta. Se l’Italicum del Patto del Nazareno viene stravolto, la riforma costituzionale viene considerata intoccabile dal Pd. Non mi sembra politicamente accettabile”. “Stiamo sbagliando”, continua Fitto, “sembriamo ipnotizzati da Renzi. Non è accettabile che, nel silenzio del nostro partito, Renzi si permetta di ridicolizzare alcuni nostri senatori solo perché la pensano diversamente. Tanti nostri parlamentari non sono d’accordo: e non mi pare giusto, ogni volta che qualcuno parla nel merito, dire che si mette contro Berlusconi. Siamo sicuri che questo atteggiamento così passivo sia utile a te e alla nostra parte politica? Secondo me no”.
In serata è arrivata la secca replica a Fitto di Paolo Romani, capogruppo dei senatori di Forza Italia e fedelissimo di Berlusconi: “Non capisco il senso della richiesta di prendere tempo. Tempo per cosa? Per cambiare un accordo che abbiamo già migliorato moltissimo? Per sfilarci da un processo riformatore che appartiene anche a noi, anzi che noi chiediamo da sempre, da molto prima della sinistra?”.”Non siamo affatto ipnotizzati da Renzi”, ha continuato Romani, “il segretario del Pd è un leader abile e brillante, quindi molto lontano da noi per quanto riguarda i contenuti. Tuttavia sulle regole è giusto trattare con l’avversario, se c’è un avversario finalmente disposto a un percorso costruttivo”. E infine, un avvertimento, anche a Renzi: “Niente stravolgimenti unilaterali della legge elettorale: se si arrivasse a stravolgerla senza il nostro consenso, naturalmente questo cambierebbe tutto il percorso delle riforme”.