Se il tuo popolo sovrano ti dice che devi andare a vedere le carte, tu, leader supremo, prendi e lo fai. Il non essere democratico non significa disattendere le indicazioni di quello che ritieni il tuo unico padrone e l'unica entità dichiarata alla quale rispondere, altrimenti non sei un leader ma un Pierino qualsiasi che racconta ancora una volta la barzelletta delle mestruazioni della sorella, fa ancora ridere ma è vecchia. Si vedeva lontano un miglio che a Beppe di stare di fronte a Renzi non fregava una mazza tanto che, nel momento in cui stavano emergendo i problemi veri, si è alzato e se n'è andato. Non crediamo che il mandato ricevuto dal suo popolo fosse quello. I pentastelluti avrebbero voluto parlare di Tav, di reddito di cittadinanza, degli sprechi della politica e dei privilegi, meno dell'ambiente che sembra essere diventato un argomento sullo sfondo di una politica senza senso. Invece parte il comizio via streaming e l'unica cosa che Matteo può dirgli è “Se ti serve un trailer per il prossimo spettacolo, ti do una mano”, salvo, acidamente, aggiungere “se la prevendita è in calo”. Però il ragionamento non è così semplice. Grillo alcune verità le ha dette: “Sei l'espressione delle banche”. Vero. “Sei un giovane vecchio”. Vero, altrimenti non si sarebbe preso i voti delle tessere di De Luca alle primarie del suo partito. E vecchio a tal punto che continua a trattare con Forza Italia come se fosse un partito composto da gentleman quando non è che un turibolo di malfattori. Proprio ieri, l'ex governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, è stato condannato a 6 anni e 8 mesi per contiguità mafiosa. Lombardo, alla faccia delle autonomie, è sempre stato molto sensibile ai richiami da Arcore, così come lo furono Totò Cuffaro e i fautori del 61 a 0. Formigoni era di quelle parti, Cota idem, la Polverini manco a dirlo e Cappellacci seguiva a ruota. Forza Italia, alla fine, è questa, un club neppure troppo improvvisato, di pregiudicati non prescritti. Non si fanno accordi con i pregiudicati. Non si può essere in sintonia con i pregiudicati. Mica per altro, in nome di una presunta, rivoluzionaria e un po' paracula giovinezza.
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Grillo ha toppato. Ma non si fanno governi con i pregiudicati e i ricatti delle banche
Creato il 20 febbraio 2014 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Se il tuo popolo sovrano ti dice che devi andare a vedere le carte, tu, leader supremo, prendi e lo fai. Il non essere democratico non significa disattendere le indicazioni di quello che ritieni il tuo unico padrone e l'unica entità dichiarata alla quale rispondere, altrimenti non sei un leader ma un Pierino qualsiasi che racconta ancora una volta la barzelletta delle mestruazioni della sorella, fa ancora ridere ma è vecchia. Si vedeva lontano un miglio che a Beppe di stare di fronte a Renzi non fregava una mazza tanto che, nel momento in cui stavano emergendo i problemi veri, si è alzato e se n'è andato. Non crediamo che il mandato ricevuto dal suo popolo fosse quello. I pentastelluti avrebbero voluto parlare di Tav, di reddito di cittadinanza, degli sprechi della politica e dei privilegi, meno dell'ambiente che sembra essere diventato un argomento sullo sfondo di una politica senza senso. Invece parte il comizio via streaming e l'unica cosa che Matteo può dirgli è “Se ti serve un trailer per il prossimo spettacolo, ti do una mano”, salvo, acidamente, aggiungere “se la prevendita è in calo”. Però il ragionamento non è così semplice. Grillo alcune verità le ha dette: “Sei l'espressione delle banche”. Vero. “Sei un giovane vecchio”. Vero, altrimenti non si sarebbe preso i voti delle tessere di De Luca alle primarie del suo partito. E vecchio a tal punto che continua a trattare con Forza Italia come se fosse un partito composto da gentleman quando non è che un turibolo di malfattori. Proprio ieri, l'ex governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, è stato condannato a 6 anni e 8 mesi per contiguità mafiosa. Lombardo, alla faccia delle autonomie, è sempre stato molto sensibile ai richiami da Arcore, così come lo furono Totò Cuffaro e i fautori del 61 a 0. Formigoni era di quelle parti, Cota idem, la Polverini manco a dirlo e Cappellacci seguiva a ruota. Forza Italia, alla fine, è questa, un club neppure troppo improvvisato, di pregiudicati non prescritti. Non si fanno accordi con i pregiudicati. Non si può essere in sintonia con i pregiudicati. Mica per altro, in nome di una presunta, rivoluzionaria e un po' paracula giovinezza.
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