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Da me non si votava lo scorso week end, ma non avrei mai votato il Movimento 5 stelle. Non ho niente contro i giovani grillini e il loro impegno pulito, ma non tollero il loro leader, il modo arrogante in cui si pone che non mi sembra molto diverso dal dito medio di Bossi. Non mi piace che Grillo mandi tutto e tutti affanculo, non mi piace i termini che usa e il fatto che non cerchi mai un confronto. A sparare a zero contro tutto e tutti è facile, confrontarsi e discutere su proposte concrete forse è un po' più complicato.
La mia impressione, anzi la mia paura, è che questa intervista satirica de Il Peggio a Beppe Grillo non sia poi così lontana dalla realtà.
Con i concetti del Movimento 5 stelle sono tendenzialmente d'accordo comunque, certo Grillo ogni tanto si lascia andare, oltre che al linguaggio da bar che non mi piace usato da un politico, anche a esternazioni che non condivido per niente. Non mi sembra così distante dalla Lega quando discrimina i figli degli italiani nati e cresciuti in Italia. Non mi sembra così degno di rappresentare uno Stato quando dice che la mafia non ha mai strozzato nessuno, al contrario dei partiti. No, non mi piace Grillo, per niente.
Sto parlando proprio di lui, non di chi fa parte di questo movimento che è nato dal basso, dal web. Al posto loro mi arrabbierei nel sentire esternazioni xenofobe, razziste e in parte a difesa della mafia da chi è il leader del Movimento in cui credo. Credo che mi arrabbierei un bel po'.
Spero che il boom di Grillo a queste amministrative faccia ragionare, e agire, i partiti, perché non è che se non mi fido di Grillo significa che mi fido di Bersani. Il PD non l'ho mai votato, non credo che comincerò il prossimo anno. Per me se sparisse insieme al PDL non sarebbe un problema, però per il momento pare che abbia retto.
Chi ha votato il Movimento 5 stelle allora? Apparentemente la risposta sembra scontata: un partito quasi scompare e l'altro raggiunge vette mai nemmeno pronosticate. È stato davvero questo il flusso dei voti? Dal PDL al Movimento 5 stelle? Non lo so sinceramente, ma se fosse così mi sentirei davvero sollevata, in fondo erano abituati a votare un comico. Forse non c'è nemmeno secondo loro tutta questa differenza tra Berlusconi e Grillo, populisti, entrambi, secondo me. Evidentemente è il genere di politica che piace a noi italiani, forse è quella che ci meritiamo. Ci fidiamo sempre del nuovo che avanza, che si propone come l'unica alternativa a tutto lo schifo che c'è intorno, anche se poi, dopo due giorni, quel nuovo fa schifo e puzza come gli altri, o forse di più.
Anche Mussolini aveva sfruttato un enorme vuoto politico, anche lui aveva cavalcato il disagio popolare, anche lui doveva essere il nuovo, l'uomo della provvidenza. E invece da ex socialista è riuscito ad instaurare una dittatura di destra.
Anche Berlusconi era sceso in campo per la sua rivoluzione liberale, è restato al governo per vent'anni e di rivoluzione liberale nemmeno l'ombra. Di tempo poi ne avrebbe avuto. Ne avrà ancora? Me lo chiedo in questi giorni. Che cosa ne sarà di lui? È davvero un uomo politico finito a questo punto? Oppure, tornato fresco fresco dai bunga bunga russi, potrà farsi forte del fatto che senza di lui il PDL non è niente?
Per non parlare di Bossi di cui Grillo condivide anche l'elegante stile oratorio.
Sono felice comunque del fatto che il Movimento 5 stelle abbia avuto successo, così potremo vedere i grillini davvero all'opera e magari tra qualche anno capirò di aver sbagliato le mie impressioni e magari mi mangerò le mani perché a vent'anni sarei potuta essere una grillina doc.
Serve solo tempo per vedere se davvero a Grillo non interessa nessuna poltrona, se davvero i principi teorici del Movimento diventeranno, e resteranno, anche pratici. La storia dirà se sarà solo l'ennesimo esempio di populismo italiano oppure se davvero sarà l'inizio di questa tanto dichiarata terza repubblica fatta di una politica con più pulizia e meno soldi. Vedremo, per ora il Movimento 5 stelle non lo voto.
Dicevo insomma che questo boom di Grillo, che un po' mi spaventa, dovrebbe far riflettere i partiti, credo che dovrebbero compiere un gesto d'umiltà e ispirarsi un po' al nuovo comico che avanza, al suo Movimento, più che altro. Mi riferisco a chi mi piace, Vendola per esempio. Lui è un leader che mi piacerebbe vedere a Palazzo Chigi, mi sentirei orgogliosa di essere rappresentata da uno che ha una storia politica e una dialettica come la sua. Certo è solo un leader e per vincere ci vuole ben altro. Ci vuole quello che manca: giovani, ad esempio, giovani che non si improvvisano politici però, perché credo sia piuttosto impegnativo gestire un Paese complicato come il nostro. Voglio dire: se per ipotesi quel ragazzo di 20 anni, grillino, che l'anno scorso era candidato sindaco a Milano avesse vinto, che cosa avrebbe fatto? Siamo sicuri che un ragazzo appena uscito dalla scuola possa avere la conoscenza, la cultura, la capacità politica per gestire una città importante come Milano? Io non penso, poi che magari non sappiano farlo nemmeno la Moratti o Pisapia è un altro discorso. È bello vedere i giovani coinvolti nella politica, però c'è modo e modo, alla fine se a vent'anni ti candidi per essere sindaco di Milano mi sembri solo presuntuoso, perché è evidente, secondo me, che non solo non sai rubare, ma nemmeno amministrare. Serve gavetta, cultura ed esperienza, oltre alla buona fede e alla pulizia di idee.
Vorrei una sinistra vera, un simbolo su cui mettere una crocetta con convinzione e fiducia piena. Una sinistra che non mi faccia venire il dubbio che magari era meglio votare Grillo, perché Grillo io non voglio votarlo.
Ma chi votare? Io voterei Sel, però ecco...non è che ci siano così tante alternative. Ed è per questo che Grillo ha fatto il botto. Spero che sia una lezione per tutti, specialmente per chi è a sinistra, degli altri non mi interessa.
L'anno scorso ho letto La Patria, bene o male, l'almanacco essenziale dell'Italia unita (in 150 date), scritto da Fruttero e Gramellini. In una delle 150 date prese in considerazione, il 22 marzo 1920, i due autori parlano dello sciopero delle lancette e della nascita del Partito Comunista. Ecco che cosa scrivono: Gramsci incassa la sconfitta e medita di dotarsi dello strumento che finora gli è mancato: il partito. Al congresso socialista di Livorno detta le condizioni: cacciare i riformisti, scomunicare il sindacato e cambiare nome. Insomma, suicidarsi per risorgere.
Suicidarsi per risorgere. Avranno l'umiltà e il coraggio per ammettere gli sbagli e cambiare strada, magari percorrendo la strada che, secondo me in malo modo, ha indicato Grillo?
Ne dubito, ma non si sa mai. Da come è partito oggi D'Alema non credo. Ma se ne andasse con Casini e Fini se Vendola proprio gli fa schifo. Se ne andassero con lui tutti i democristiani che pullulano nel PD. Via tutti. Pulizia. Forse così qualcosa a sinistra, davvero di sinistra e non democristiano, potranno anche costruirlo.
Insomma, mi dassero un'alternativa vera, perché io Grillo non voglio votarlo.
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