“Giornata dominata da un’inattesa incursione di Beppe Grillo al Senato“…apre il TgLa7.
Enrico Mentana spiega la notizia del giorno, quella che ha riacceso il dibattito politico. Beppe Grillo dopo aver incontrato i suoi esponenti del M5S in una conferenza stampa ha nuovamente attaccato, duramente, il Quirinale, confermando che ci sarà una richiesta di stato di accusa del Capo dello Stato.
Un blitz a sopresa. “Sono venuto a vedere l’arredamento“. Scherza come sempre, prima di sferrare l’affondo. “Il signor Napolitano non svolge più le funzioni di un presidente della Repubblica”. ll leader del M5S è tornato ad attaccare Napolitano e ne ha chiesto l’impeachmen. Immediato l’eco di Enrico Letta che a nome del governo ha parlato di “attacco assurdo“ e di Grillo come alfiere dell’instabilità.
Et voilà, il braccio di ferro ha inizio. Nel gioco delle parti, Enrico Letta sa del ruolo di Napolitano nella creazione di questo governo e non può non difenderlo fino all’ultimo. Una difesa condivisa da tutti i parlamentari del PD con in testa Epifani. Grillo essendo il leader del principale movimento oppositivo parlamentare non può che essere l’alfiere dell’instabilità.A Roma, a sorpresa arriva un Beppe Grillo, battagliero. Non è più una boutade da campagna elettorale, come poteva sembrare l’accusa lanciata nei giorni scorsi dalla piazza per il sostegno ai candidati in Trentino Alto Adige, questa volta il leader dell’M5S punta l’indice verso il Colle dal Senato : “un anziano signore con cui abbiamo dei problemi”.
Per il leader M5S Napolitano ” non rappresenta più la totalità degli italiani ma è un presidente di settore. Abbiamo fatto dei sondaggi è all’ultimo posto di tutti i presidenti che han fatto parte della Repubblica italiana”. - Ci ho parlato due
volte con questo signore qua: ha quasi 90 anni ed è da 60 anni in politica, è una persona furba e molto scaltra. A quell’età o sei saggio o sei furbo, lui è molto furbo”.Le critiche più forti vanno come sempre alla classe politica attuale: “Se non iniziamo a dire andate via, fate gli uomini per una volta. Sono 30 anni che stanno lì a prendere i soldi. Letta parla dei rimborsi elettorali ma li blocca dopo il 2018, certo è bravo a prendere per il sedere. I partiti sono finiti, si sono dissolti, grazie al Movimento 5 Stelle. Il dialogo in politica deve cambiare, ma non con questi politici”.
“Non è possibile lasciare a questi partiti il cambiamento – incalza - cambiare la Costituzione, la legge elettorale, l’articolo 138, stiamo scherzando? – Il clima è questo, questi fanno man bassa, hanno 75 contro 25, cosa possiamo fare”?
È un fiume in piena, si arrabbia, è scottato dalla critica della gente gli rimprovera di non aver tenuto fede alle promesse. E aggiunge: “Non siamo riusciti a fare niente, è vero, ci hanno messo in un angolo. Facciamo centinaia di emendamenti, e non arrivano nemmeno in commissione, che puoi fare? -
E allora occorre andare al più presto alle elezioni: anche per vedere se davvero questi italiani “collusi” hanno voglia di cambiare. Grillo
crede nella vittoria, ma se i risultati delle prossime elezioni fossero deludenti, l’M5S, e soprattutto lui, faranno un passo indietro. “Io sono un comico, un populista, un demagogo, un pregiudicato, non pensate che io abbia la soluzione per tutto”. Ma i suoi ragazzi no. Loro sono preparati e onesti”.E promette “se perdo me ne vado”.