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Grisha Perelman: molteplici destini

Creato il 05 luglio 2010 da Bourbaki @bourbakis

Grisha Perelman: molteplici destini

La sua ultima foto risale a qualche anno fa, quando un blogger lo vide in metropolitana - arruffato, scarpe rotte, jeans sporchi - e mise qualche scatto sul web.

Grigorij Perelman come Banksy, sono i due geni oscuri di questi anni inchiodati da internet come gatti in mezzo alla strada, di notte, abbagliati dai fari delle macchine.

Di Perelman si sentì parlare per la prima volta verso la fine del 2002, quando questo ricercatore dell'Istituto di Matematica Steklov di San Pietroburgo sostenne di aver risolto la congettura di Poincaré, lasciando sul web, come traccia, lampi di soluzione. Seguirli era come andare a caccia di stelle cadenti in una notte d'estate.

Nel 2000 il Clay Mathematics Institute, nel Massachusetts, mise una taglia da un milione di dollari sulla congettura; Poincaré: ricercato speciale. Era uno dei problemi del millennio e la notizia ufficiale, di qualche mese fa, è che il premio è stato finalmente riconosciuto a Grigorij Perelman. Quella di questi giorni è che Perelman non l'ha accettato.

Quattro anni fa fece molto rumore la sua rinuncia alla medaglia Fields, il Nobel per la matematica; l' unico finora a rifiutarla, perché: "I'm not interested in money or fame. I don't want to be on display like an animal in a zoo."

Da allora si sa che ha lasciato lo Steklov e continua a vivere, con una piccola pensione, in una casa popolare di San Pietroburgo, forse di quelle che sembrano tutte scorticate, con l'intonaco a pezzi. Da dietro la porta del suo appartamento, dopo la notizia del premio da un milione di dollari, ha continuato a ripetere a giornalisti noiosi di non aver bisogno di nulla. Una sua vicina di casa ha raccontato che in quell'alloggio c'è un solo tavolo, uno sgabello, un letto con un materasso tutto sporco lasciato dagli inquilini precedenti e tanti, tanti scarafaggi.

Dicono che abbia lasciato la matematica, che per lui l'argomento sia diventato troppo doloroso e passi le sue ore a giocare a ping-pong contro il muro... dopo aver tenuto l'infinito nel palmo delle mani... a schiacciare le mille solitudini che rimbalzano giorno dopo giorno.

+ Foto: City of Shadows, Alexey Titarenko


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