Photo credit: Glyn Lowe Photoworks, 1 Million Views, Thanks / Foter / CC BY
Situazione politica ancora in stallo in Germania. Dopo la larga vittoria di Angela Merkel alle elezioni politiche del 22 settembre, sembrava che la strada verso un altro governo della cancellieria uscente fosse spianata. Ma avendo deciso la Cdu di Merkel di correre da sola alle elezioni ed essendo gli ex alleati liberali retrocessi a tal punto da non entrare nemmeno in parlamento, la cancelliera, pur godendo di una popolarità politica amplissima, ha dovuto tener conto degli altri partiti per poter formare un governo. Naturalmente i pensieri sono andati subito ai grandi rivali, la Spd, uscita decisamente male dalla competizione elettorale ma forte di una percentuale che permetterebbe di governare con grandi numeri in accordo con Merkel e di un’esperienza già vissuta in grossa coalizione con la Cdu (dal 2005 al 2009, sempre con Merkel cancelliere). La situazione si è però complicata nelle ultime settimane, dato che la quadra per trovare un accordo, che sembrava all’inizio quasi scontata, è diventata via via sempre più complessa e difficile da trovare. In un incontro con i parlamentari conservatori di martedì scorso, Angela Merkel ha detto di essersi posta l’obiettivo di trovare un alleato di governo entro il 22 ottobre, quando il nuovo Bundestag si riunirà per la prima volta. La scelta sarà ormai difficilmente diversa da una coalizione con la Spd o i Verdi. I punti fermi della Spd però sono difficilmente assimilabili dalla Cdu, dato che le richieste sono piuttosto alte: sei porti di governo e l’importantissimo ministero delle Finanze. Un possibile punto di accordo però, che potrebbe fare da “testa di ponte” per un programma di coalizione più vasto, è uno dei punti centrali del programma dei socialisti, ovvero l’introduzione del salario minimo orario, introduzione che non sarebbe vista come sconveniente anche da Angela Merkel e che potrebbe quindi fare da apripista ad un accordo su altri punti. Anche i Verdi però sono stati contattati in merito a una possibile coalizione. Il partito, che ha ottenuto un deludente 8,4% (percentuali marziani rispetto ai corrispettivi movimenti italiane, ma basse rispetto ad altri risultati conseguiti dai Verdi tedeschi), che ha portato alle dimissioni della dirigenza, potrebbero essere disponibili ad un accordo, ma sono mal visti da una parte della dirigenza della Cdu, che ritiene i socialisti più malleabili dal punto di vista di un accordo di programma. La situazione quindi è ancora di stallo, ma possiamo star certi che, rispetto alle difficoltà italiane, la locomotiva tedesca riuscirà a convincere anche politicamente e che il futuro di una grossa coalizione Cdu-Spd sia già segnato.