Giusto un anno fa scrivevo su questo blog un articolo dal titolo: “La verità dei grafici e le tante (troppe) previsioni per il 2013”.
Tra i vari aspetti, ponevo l’attenzione su come tre autorevolissime fonti potessero descrivere prospettive finanziarie, economiche e politiche di così ampia differenza, quelle che nell’articolo indicavo con “affermare il tutto ed il suo contrario”.
In questi giorni, ripensando a quelle dichiarazioni mi sono detto: “Perfetto, se hanno coperto tutte le possibilità, qualcuno avrà azzeccato in pieno!” … ma così non è stato.
Se sei appassionato di numeri, indici, prezzi di commodities, ecc. e non resisti alla curiosità di confrontare in maniera dettagliata le previsioni con quanto accaduto effettivamente, (cliccando QUI torni alla prima parte dell’articolo in questione, QUI invece, alla seconda parte) ti assicuro che ne scoprirai delle belle!
Se invece vuoi conoscere gli “equivoci” più evidenti, senza scendere nei particolari, prosegui tranquillamente nella lettura.
Ricapitoliamo.
Le autorevoli fonti citate erano: Nouriel Roubini – noto economista - Byron Wien – vice presidente della Blackstone Advisory, nota società americana che fornisce servizi finanziari e Citigroup con l’analisi strategica ufficiale per il 2013. Ecco i loro quattro macro abbagli.
- Il ristagno dell’economia USA ed il conseguente impatto negativo per Wall Street erano il leit motiv della maggioranza degli analisti; il sopracitato Mr. Wien, ad esempio, parlava addirittura dell’indice S&P 500 sotto i 1.300 punti;
- L’Europa zavorrata dai debiti non avrebbe fatto brillare le sue borse valori;
- Il prezzo del petrolio ipotizzato come raddoppiabile nell’arco di una notte o al contrario pronosticato sotto quota 70 $ al barile;
- L’oro immaginato sopra 1.900 $/oncia.
Ed infatti.
1. L’ S&P 500 ha brindato l’anno nuovo oltre quota 1.800 punti ai suoi massimi storici ed in dodici mesi ha realizzato un + 30%, bisogna tornare al 1997 per una prestazione così positiva;
2. L’indice MSCI Europa + 13 % ed il DAX (borsa tedesca) ha realizzato quasi il doppio rispetto l’indice europeo;
3. Il prezzo del petrolio è poco sopra i 90 $, sugli stessi livelli di un anno fa con una volatilità annuale piuttosto contenuta considerando anche la situazione nel Magreb, la solita delicata questione Israele e Paesi Arabi confinanti e la guerra civile in Siria;
4. Il metallo giallo che all’inizio dello scorso anno veniva scambiato a quasi 1.700 $/oncia mentre in questi giorni oltrepassa i 1.200 $; direi una “certa” differenza rispetto la previsione a 1.900 $.
Attenzione però, il fatto che complessivamente le Borse internazionali abbiano avuto una grande crescita – l’indice MSCI Mondo ha fatto segnare un + 21% (espresso in €uro) – non vuol dire che l’economia USA sia in perfetto stato di salute, che il debito dei paesi Europei sia improvvisamente svanito e che in Medio Oriente non vi siano importanti problematiche; piuttosto è opportuno considerare che l’economia, la politica e la finanza, sebbene fortemente legate tra loro, non necessariamente si muovono nello stesso modo e con gli stessi tempi.
Giova inoltre sottolineare che il 2013 verrà ricordato come un anno di cruciali decisioni di politica monetaria, che di fatto hanno spiazzato ben più di un advisor. Mi riferisco ad esempio al grande impatto che hanno avuto questi cinque provvedimenti:
- L’innalzamento del livello di “default” del debito pubblico USA ed il successivo stanziamento di fondi per finanziare l’attività del governo Federale fino al prossimo 7 febbraio – Continuing Appropriation Act;
- La prosecuzione della pioggia di dollari a basso costo attraverso il Quantitative Easing. Semplificando, per chi non avesse mai sentito questi due termini, è una norma che dal settembre 2012, permette alla Fed di inserire sul mercato 85 miliardi di dollari al mese (!); giusto per fare un raffronto, il “decreto salva Italia” del 2011 ammontava a circa 30 miliardi di €uro (poco più di 40 miliardi di $);
- Il tira e molla sulla questione “Tapering”, ossia quanto e se rallentare l’attività della Fed rispetto il Quantitative Easing, sopra descritto;
- Gli interventi di Mario Draghi (BCE) che attraverso straordinarie misure ha fronteggiato scossoni finanziari che hanno riguardato da vicino anche l’Italia;
- L’avvento dell’ “Abenomics”, dall’unione delle parole Abe, primo Ministro Giapponese ed Economics. Audaci iniziative macroeconomiche del nuovo Governo Nipponico, tra le prime una forte svalutazione dello Yen, hanno permesso la ripresa ad un Paese che da oltre dieci anni era intrappolato in forte stagnazione economica.
La borsa di Tokio si è attestata ad oltre 16.000 punti facendo registrare nel 2013 +57%, erano oltre quarant’anni (1972) che non si vedeva un simile “rally” per il Nikkei.
In questo caso Mr Wien aveva visto giusto, annunciando una crescita per questo indice fino ad arrivare oltre 12.000 punti…ed effettivamente 16.000 è oltre!
Quantitative Easing, Abenomics, Shutdown, (Tip) e Tap…ering vari, ma davvero bisogna sapere tutte queste cose per investire i propri risparmi in maniera consapevole e redditizia o per riuscire a guadagnare in borsa?
La buona notizia è che la risposta è no! E paradossalmente lo conferma il fatto che autorevoli advisor possano commettere errori di valutazione, nonostante la loro comprovata abilità e competenza in materia.
E quindi?
Per la mia esperienza di allievo dei corsi di Roberto Pesce prima e come trader e formatore in tale ambito poi, mi sono reso conto che è possibile coniugare chiarezza e semplificazione con guadagno e finanza, quello che, modestia a parte, ci testimoniano i nostri corsisti che nella stragrande maggioranza dei casi non avevano alcuna formazione in materia prima di conoscerci.
Un’ottima opportunità in questo senso è fornita dal corso ABC TRADING (prossima edizione a Roma in data 01 febbraio 2014, corso ancora in super-promozione!) la cui combinazione tra argomenti di livello introduttivo, durata ridotta, prezzo praticamente regalato e esercitazioni esperienziali lo rende perfetto per chi desidera capire come avvicinarsi a questi argomenti ed imparare a trarre vantaggio tangibile dalla volatilità dei mercati, vuoi tramite attività di trading manuale che automatizzata come quella che sfruttiamo noi stessi tramite i cosiddetti “forex robot” di cui daremo un’ottima introduzione proprio nello stesso seminario di Roma.
Nella prossima parte di questo articolo, che verrà pubblicata nei prossimi giorni, analizzeremo insieme e da un punto di vista grafico gli indici FTSEMIB, S&P 500 e Nasdaq in modo da poter dare a tutti un’indicazione di medio/lungo periodo relativa alla Borsa Italiana e a quella USA da cui trarre vantaggio.
Con gli auguri di un sorridente buon anno, ti invito come sempre a scrivermi le tue domande o a lasciare un commento all’articolo più in basso.
I choose my dreams!
Enrico Vigo