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Guantità

Creato il 30 novembre 2011 da Dallenebbiemantovane

Ogni mattina mi riprometto di metterli ben in vista, anzi, ben a portata di mano, invece poi non lo faccio.

Ecco perché loro si vendicano giocando a nascondino.

Dovrei infilarli in una tasca esterna del piumino, così li vedrei e mi rassicurerei subito, prima ancora di chiudermi la porta alle spalle, che non dovrò rovistare nella borsa per tutto il tragitto da casa al lavoro.

Poi invece non lo faccio mai.

Non perché tema il noto fenomeno delle chiavi spostate da una borsa all’altra (che poi è un attimo ritrovarsi chiusi fuori), proprio per dimenticanza.

Così come, da giorni, dimentico di pulire quella brutta macchia di chissà cosa sulla manica destra della giacca imbottita nera, quella elegante con l’etichetta Givenchy nonostante che non sia un Givenchy e mi sia costata molto meno, anzi, non a me ma a chi me l’ha regalata.

I miei guanti attuali sono neri, sono di lana grezza, e hanno buchi sul pollice della mano destra e su due dita (indice e medio) della sinistra.

Sono inadeguati? Me lo chiedo spesso.

Mi dico che dovrei ricucirli, ma come si fa a ricucire la lana a maglie larghe? Non credo che si possa, e comunque non credo di essere capace.

(Sul discorso cucito dovrei aprire un apposito dibattito, che riguarda anche le infinite possibilità di oggetti scuciti che dovrei cucire e non cucio, e non è detto che un giorno non lo faccia: aprire un post, non cucirli).

Quindi continuo ad andare in giro con lembi di pelle rosa che si intravedono sotto i guanti neri, impermeabile all’eventuale disprezzo altrui, anzi vergognandomi un filo ma convincendomi che in realtà la maggior parte dei passanti è troppo concentrata su se stessa, sui suoi minuti di ritardo, su dove mette i piedi, per accorgersene e compatirmi.

L’ipotesi che qualcuno veda lo stato dei miei guanti neri e pensi: “Ah, ecco una simpatica ragazza alla moda che si è tagliata i guanti apposta per far vedere qualche lembo di pelle che fa contrasto con il colore dei guanti”, non la prendo neanche in considerazione, il che mi rallegra perché capisco di non avere seri disturbi di distacco dalla realtà.

Ho freddo? Neanche tanto. Più che altro, dà fastidio quando guido o porto un sacchetto, perché le parti sbregate si spostano e scoprono più pelle del necessario, richiedendo pazienti, continui aggiustamenti che mi spazientiscono.

Domanda: perché non li butto?

Hanno forse un valore sentimentale? No.

Sono costati una cifra assurda? Nemmeno.

Sono pigra? Sì.

Affezionata alle cose? Sì, anche quelle che non rivestono valore sentimentale né simbolismo.

Ho in casa altri due o tre paia di guanti, sia di pile che di lana. Quelli di lana, se ricordo bene, sono malconci tanto quanto questi che porto da un mese, da quando è tornato il freddo. Un paio è arancione, l’altro non me lo ricordo.

Vanno solo lavati e indossati.

Mi chiedo quanto tempo passerà prima che mi decida a buttare via i guanti neri.


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