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Guardiano del faro. Un’occupazione che resiste, nonostante la tecnologia

Creato il 12 agosto 2010 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Guardiano del faro. Un’occupazione che resiste, nonostante la tecnologia Ci sono attività professionali, ancora ricche di quello strano fascino del passato, che sembrano non tramontare mai. Legate alla nostra memoria e alle quali nonostante la forte accelerazione moderna non siamo disposti a rinunciare.

Nell’erta della tecnologia più avanzata, il guardiano del faro, rappresenta nell’immaginario collettivo, un sogno romantico, ma, in realtà è una professione che non può essere svolta senza passione e dedizione.

Una vita dura, ma affascinante, a contatto continuo con la natura, in una estrema solitudine moderna. Un pensatore, che passa le sue giornate ad ammirare e amare, silenziosamente, l’infinito, tante riflessioni che si perdono nell’immensità della natura, come la vista quando su, in alto, contempla il mare che si fonde nel cielo blu.

Guardiano del faro. Un’occupazione che resiste, nonostante la tecnologia

Il lavoro del guardiano del faro oggi, si è adeguato alla realtà contemporanea, le nuove tecnologie e l’automatizzazione hanno reso il mestiere di guardiano quasi hi-tech. Per tale ragione il numero di custodi di fari si è notevolmente ridotto negli ultimi decenni, ma sicuramente fra i requisiti richiesti per svolgere tale mansione bisogna annoverare lo spirito di adattamento, l’intuito e la passione.

Dal  un punto di vista economico, chi desidera diventare guardiano del faro non lo fa davvero per i soldi, poiché non è la professione più remunerata che esista.

Allora domandiamoci qual è il fascino intramontabile legato a questa professione e cosa spinge le persone a diventare guardiano?

Sinteticamente diventare faristi vuol dire: ritrovare un senso di libertà, fuggire dalla routine, staccare della vita quotidiana, stare soli, vivere a contatto con la natura.

Guardiano del faro. Un’occupazione che resiste, nonostante la tecnologia

Del resto, che in un faro si viva bene lo dimostra il fatto che per molti decenni il mestiere si e’ tramandato di padre in figlio, ed e’ sempre triste abbandonarne uno per sempre.

I fari a gas non esistono piu’, quelli piu’ isolati e marginali ormai sono disabitati, pero’ il farista continua ad essere, nell’immaginario collettivo, un personaggio romantico, dal fascino letterario.

Quante storie potrebbero raccontare i fari. Terribili tempeste che li squassavano alle fondamenta, salvataggi, naufragi e anche quel terribile senso di mistero. Forse perché si trovano sempre in zone isolate e selvagge, sarà per via del vento che sibila su per le scale a chiocciola, per il rumore delle onde ai suoi piedi,  o per il tamburellare della pioggia sui vetri…ma… la molla che spinge tutti e’ la voglia di dare un calcio per sempre al caos delle citta’.

Guardiano del faro. Un’occupazione che resiste, nonostante la tecnologia

Un faro si lega a cose che hanno dell’incredibile: Vento, Sole, Acqua…Cose semplici che combinate possono spaccare il cuore tanto riescono ad emozionarti, ma non e’ escluso che qualcuno sia stato influenzato da un recente sondaggio inglese, secondo cui la piu’ gettonata e trasgressiva fantasia erotica femminile e’ “fare l’amore in un faro con un uomo o magari con il farista”!

 


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