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Guarire da Malattie Psicosomatiche, Ansia e Attacchi di Panico: Intervista Alla Psicologa

Creato il 29 marzo 2015 da Sunday @EliSundayAnne

Quando anni fa soffrii di attacchi di panico paralizzanti, mi aiutò a guarire in sette mesi di terapia, unita al Training Autogeno. Da allora, quando mi succede di cominciare a sentire quel certo senso di soffocamento, quella mancanza di energie e quel cuore che batte come mille cuori che battono (perché a volte ritornano), so come affrontarli. Mi insegnò ad ascoltarli: cosa stanno cercando di dirmi? La mia vita sta andando nella direzione giusta, oppure sto deviando da ciò che voglio fare veramente, da ciò che sono?

Lei è la Dottoressa Marika Fellini, che chiamo Wonder Psy anche perché, grazie al Training Autogenouna tecnica di rilassamento basata sullo sviluppo dell’immaginazione – mi ha aiutata a tranquillizzarmi quando intraprendo i miei lunghi viaggi da sola, o quando sono su un aereo.

Le ho rivolto alcune domande sulle malattie psicosomatiche.

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1. Dott.ssa Fellini, qual è il primo passo da fare quando si soffre di un disturbo psicosomatico?

Cara Eli, naturalmente per poter parlare di disturbo psicosomatico dobbiamo escludere l’esistenza di cause organiche, quindi è sempre bene, in caso di malessere prolungato, consultare un medico e fare degli accertamenti. Qualora non emergessero cause certe o il malessere proseguisse nonostante i tentativi di cura tradizionale, occorre interrogarsi in modo onesto e profondo su quali possono essere eventuali situazioni della nostra vita che in qualche modo ci infastidiscono, ci fanno soffrire, ci fanno stare male al punto da cercare, attraverso la malattia, di evitarle.

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2. Nel mio blog si parla spesso di ansia che si presenta in vari momenti della giornata, e del sentirsi in gabbia perché si sta esercitando un lavoro inadatto alla nostra natura, a ciò che siamo.
A cosa può portare il protrarre questa sensazione di disagio?

Una dose di stress è sana e necessaria per poter reagire adeguatamente alla vita, ma come in tutte le situazioni di eccesso può crearsi un sovraccarico nocivo.
Se viviamo in condizioni di ansia protratta, quel genere di sensazioni di affaticamento estremo, di incapacità a reagire, di stanchezza anche quando non abbiamo fatto quasi niente, di disagio diffuso che non ci lascia mai, il nostro corpo deve utilizzare energie in dosi massicce e questo può esporci a maggior rischio di ammalarci, sia per un deficit di difese immunitarie, sia per una tendenza difensiva della nostra psiche di utilizzare il corpo come mezzo di evitamento del disagio psicologico (la malattia psicosomatica).

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3. E’ favorevole all’assunzione di psicofarmaci?

In linea di massima direi di no, sia per impostazione professionale, sia per convincimento personale. Bisogna però distinguere l’utilizzo necessario in quei casi in cui il malessere è tale da danneggiare pesantemente la qualità di vita della persona, quindi in questi casi l’utilizzo di uno psicofarmaco, per un periodo limitato ed assolutamente dietro controllo medico, può facilitare la presa di coscienza necessaria per poi intraprendere un percorso psicologico e senza farmaci.
In alternativa esistono soluzioni fitoterapiche molto valide, come i fiori di Bach o i rimedi californiani, oppure i derivati omeopatici, che possono aiutare notevolmente in caso di ansia o disagio psicosomatico.

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4. Ho letto che l’attacco di panico è il segno di una patologia che riguarda la sfera della libertà.
Cosa succede se, anziché allarmarci e spaventarci, decidiamo di ascoltarlo? E’ possibile guarirne?

Per quanto sembri paradossale, cara Eli, in caso di attacco di panico e anche in situazioni di attacco d’ansia la soluzione migliore sarebbe proprio “arrendersi”.

Voglio dire che questo genere di disagio ci costringe ad uno spreco incredibile di energia e il nostro maldestro tentativo, spesso fallimentare, di contrastarlo ne richiede almeno il triplo. Il risultato è che rimaniamo esausti, distrutti e delusi perché non siamo riusciti a fermarlo, anzi siamo stati malissimo. L’attacco di panico è un estremo tentativo di chiederci tempo per prenderci cura di noi stessi e il segreto, ma non è affatto facile, è ascoltarlo, non combatterlo, ma cercare di capire cosa ci vuole dire.

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5. Come vincere la paura, far scattare la molla e dire “Basta”?

Non esiste una formula magica e unica per tutti… purtroppo!
Naturalmente il primo passo è accettare di avere un disagio profondo che cerca di parlarci, che vuole essere accolto, ascoltato e coccolato, una situazione che chiede a gran forza di essere risolta, al punto da fermarci, farci stare male anche fisicamente.

Ci vuole un pizzico di coraggio ed una buona dose di stanca disperazione per prendere la decisione di guardarsi dentro ed iniziare il cambiamento.

Per quanta paura faccia il cambiamento, portatore di novità ed incertezze, sarà sicuramente migliore della situazione dolorosa, pesante ed opprimente che ci ha portato a stare male, anche se la viviamo come rassicurante e conosciuta.

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6. Come scrissi nell’articolo “Le malattie psicosomatiche sono angeli custodi, se le ascolti guarisci”, mio padre è solito dirmi: “Mangi da noi e ti viene la gastrite, mangi mais e fagioli in Kenya dal piatto dei bambini, e non ti prendi niente”.

Il significato psicologico di:

 

- GASTRITE

Partiamo dalla precisazione che lo stomaco viene considerato il secondo cervello.
Il bruciore che caratterizza la gastrite, ossia l’infiammazione delle mucose gastriche, provocando spesso nausea, simboleggia l’incapacità di digerire una vita che sentiamo non appartenerci e che quindi non vogliamo assimilare, ma allo stesso tempo crediamo di non essere capaci di cambiare, quindi deleghiamo il corpo al tentativo di eliminare il problema, poiché non siamo capaci di gestire la nostra aggressività, non sappiamo “mandar giù i bocconi amari della vita”.

- EMICRANIA

Prova a pensare alla somiglianza tra le circonvoluzioni cerebrali e quelle dell’intestino tenue: le prime digeriscono il mondo immateriale, le seconde quello materiale. Il mal di testa denuncia un eccesso di attenzione agli aspetti della nostra vita che cerchiamo di razionalizzare e controllare a tutti i costi. L’emicrania attira l’attenzione verso l’interiorità, a questo scopo scatena dei sintomi tali da richiedere l’evitamento degli stimoli esterni (fastidio verso la luce, scintillio, dolore intenso) e costringe il corpo al riposo. E’ il chiaro messaggio della necessità di integrare nella propria vita degli aspetti piacevoli ed estatici, ridimensionando l’ansia da prestazione.

- TACHICARDIA

Quando le emozioni sono inespresse, talvolta represse, cioè nascoste e non accettate, il cuore ne risente e può “farsi sentire” attraverso un ritmo irregolare. E’ la denuncia della tendenza a razionalizzare i sentimenti, come la rabbia e la frustrazione, oppure può indicare uno stato di allerta. Spesso la tachicardia anticipa l’attacco di panico.

- INSONNIA

Si tratta di un disturbo dello spirito, indica l’aver perso la capacità di entrare in contatto con la propria interiorità. E’ come se la persona non riuscisse più a concedersi la possibilità di “abbandonare il controllo”, poiché il sonno è una piccola morte (i bambini in particolare vivono il distacco in modo molto intenso) dalla quale si può riemergere a “nuova vita”, vigore e benessere.

- INFIAMMAZIONI DEL CANALE RESPIRATORIO

Siamo nel regno supremo della comunicazione, dello scambio tra mondo interiore e ambiente esterno. Il conflitto interiore non si riesce ad esprimere apertamente, ma lo si camuffa, lo si cela dietro alla tosse, al muco, impedendo di fatto alle situazioni che si vivono come pericolose, o non affini a noi, entrino attraverso i condotti respiratori. In questo grande contenitore troviamo anche le allergie, che coinvolgono un numero sempre maggiore di persone e che simbolicamente sono molto interessanti.

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7. Anni fa mi aveva consigliato la lettura di un libro interessante di Raffaele Morelli, “Puoi fidarti di te”.
In che senso devo fidarmi di me?

Nel senso che nessuno meglio di te conosce e comprende le tue reali necessità.

Il problema è:

Non siamo più capaci di ascoltarci, anche se il nostro inconscio ci parla in continuazione.

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E lo fa attraverso i sogni, i sintomi psicosomatici, ma anche in quelle sensazioni che non sappiamo spiegare e che cataloghiamo sotto la voce, generica, di istinto o sesto senso.

Purtroppo abbiamo perso la capacità di ascoltarci, di accogliere ciò che ci accade come necessario, soprattutto se non lo comprendiamo o non corrisponde a ciò che crediamo sia valido per noi, e di fidarci di noi stessi.

E’ questa capacità che dovremmo recuperare per poter vivere davvero in armonia ed in una condizione di equilibrio psico-somatico.

Dott.ssa Marika Fellini

Il Training Autogeno

 Grazie Wonder Psy!


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