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Guerra alla Siria

Creato il 25 novembre 2011 da Tnepd

Lo spettro della no-fly zone oscura i cieli siriani
RT

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E’ stato riferito che gli Stati arabi sono decisi ad imporre una no-fly zone sulla Siria con il supporto logistico degli Stati Uniti. Ma, mentre continua la spinta a far cadere il presidente siriano Bashar al-Assad per "motivi umanitari", lo scenario libico sembra ripetersi.

E’ stato riferito che aerei da guerra turchi con il sostegno logistico degli Stati Uniti sono pronti ad attuare la no-fly zone, una volta che la Lega Araba avrà pubblicato un decreto per chiedere la protezione dei civili siriani in conformità con la sua carta.

Le principali fonti europee hanno detto al quotidiano al-Rai del Kuwait che il piano è stato progettato per paralizzare le forze militari del paese "in meno di 24 ore." La no-fly zone dovrebbe includere un divieto alla circolazione dei veicoli militari siriani come carri armati, mezzi di trasporto di personale e artiglieria, ha riferito Albawaba news. Lo schema è stato progettato per neutralizzare la capacità della Siria di effettuare attacchi aerei sulle città.

L’opposizione siriana ha da tempo chiesto una no fly zone, anche se la NATO ha finora escluso tale misura.

I 22 membri della Lega Araba, hanno recentemente sospeso la Siria in risposta alla repressione violenta della rivolta che da otto mesi attanaglia il paese. Mentre le Nazioni Unite stimano che circa 3.500 civili sono morti nel conflitto, Damasco calcola che 1.100 membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi da "gruppi terroristici sostenuti da forze estere".

Le voci sull’imposizione di una no-fly zone sulla Siria arrivano sulla scia della risoluzione di Martedì dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che ha condannato le violazioni dei diritti umani da parte del regime siriano, incluse l’uccisione, l’arbitraria detenzione e tortura di civili. La risoluzione non vincolante chiede alla Siria di ritirare  i carri armati governativi dalle strade, liberare i prigionieri politici, mettere fine agli attacchi contro i civili e permettere la presenza di osservatori nel paese.

Anche se la Russia si è astenuta dal voto sulla risoluzione, il suo inviato alle Nazioni Unite, Sergey Karev, ha detto che "una questione di diritti umani non deve in alcun caso essere utilizzata come pretesto per interferire negli affari interni di un paese."

E mentre le potenze occidentali hanno da tempo accusato il regime siriano di reprimere brutalmente i propri cittadini, Damasco ha replicato che il paese è coinvolto in una guerra civile.

La Russia ha da tempo chiesto che entrambe le parti in conflitto depongano le armi, sottolineando che la comunità internazionale ha l’obbligo di facilitare il dialogo tra le due parti.

Tuttavia, i critici temono che, come è accaduto in Libia, l’Occidente utilizzerà il quadro di intervento umanitario per giustificare una vera e propria invasione della Siria.

Nel mese di marzo, la Lega Araba si preparava ad attaccare la Libia e ha chiesto una no-fly zone, mentre Muammar Gheddafi si preparava a contrastare una vera e propria rivolta contro Tripoli. Successivamente nello stesso mese, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione ONU 1973, che ha permesso alla comunità internazionale di istituire una no-fly zone e ha aperto la strada per la campagna di bombardamenti della NATO che alla fine ha rovesciato il regime di Gheddafi.


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