Barack Obama e Dmitrij Medvedev
Non bastasse la tensione tra Russia e Usa per la presenza del lanciamissili USS Monterey nel Mar Nero, ufficialmente per partecipare a manovre aeronavali con unità ucraine e georgiane, anche sul Baltico e sul Pacifico si respira un clima da Guerra Fredda, tanto che i confini marittimi della Russia sembrano ormai tutti carichi di tensione. Alle alte latitudini baltiche la notizia dell’acquisto di due portaerei francesi classe Mistral da parte della Russia non è piaciuta affatto alla Lettonia: da quando Mosca e Parigi venerì scorso hanno annunciato l’accordo, il governo di Riga teme infatti che la Russia possa impiegare le nuove ultratecnologiche unità navali a largo dei porti del Mar Baltico, provocando uno squilibrio di forze nell’area.
Se effettivamente dovessero essere queste le vere intenzioni di Mosca – ha spiegato ieri il ministro della Difesa Lettone Artis Pabriks - Riga non esiterà a chiedere il supporto militare della Nato (di cui è membro dal 2004), per riportare equilibrio tra le marine militari che solcano le acque nordiche.
A meno che l’intelligence lettone non sia già in possesso di notizie sconosciute al resto del mondo, al momento i sospetti del governo di Riga si basano solo su supposizioni: il Ministero della Difesa russo infatti non ha ancora deciso a quale impiego adibire le due portaerei, anche perchè entreranno in servizio solo nel 2014 e nel 2015.
L’altro focolaio di tensione si trova invece diecimila chilometri più ad oriente, precisamente nelle Isole Kurili, l’arcipelago occupato dall’Urss alla fine della Seconda Guerra mondiale che Tokyo da allora rivendica come parte integrante del Giappone. La tensione tra i due paesi è salita in modo preoccupante a novembre, dopo la visita (la prima di un leader russo dal 1945) del presidente Medvedev, che il premier giapponese Naoto Kan bollò come “una grave offesa” al popolo nipponico.
Nei giorni scorsi, al termine di una serie di consultazioni tenute a livello di ministri degli Esteri e della Difesa, Usa e Giappone si sono trovati d’accordo sulla necessità di facilitare la normalizzazione delle relazioni russo-nipponiche attraverso la risoluzione dei contenziosi sulle Kurili, che però nel documento finale vengono indicate come “Territori settentrionali”, ovvero come le isole oggetto del contendere vengono chiamate in Giappone.
Un termine che ha mandato su tutte le furie Mosca, soprattutto perchè il ministro degli Esteri Lavrov ha definito un’”interferenza inappropriata” questo mettere in discussione la sovranità russa sulle Kurili, sancita dalla stessa Carta delle Nazioni Unite: ora il Cremlino teme una possibile ingerenza americana nella decennale diatriba con Tokyo.