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Guerra Israele Palestina, perchè la pace è impossibile

Creato il 18 luglio 2014 da Mrinvest

Guerra Israele Palestina, perchè la pace è impossibile
Politica e Attualità

Guerra Israele Palestina: i razzi di Hamas sono la spia di un movimento terroristico fuori controllo che mira all’annientamento dello Stato d’Israele.

Guerra Israele Palestina, perchè la pace è impossibile
Le tensioni in Medio Oriente si aggravano di giorno in giorno. Ormai siamo dinanzi ad una guerra Israele Palestina vera e propria, che difficilmente potrà essere fermata dalle mediazioni internazionali, ad oggi rituali ed inutili.
Israele è nel mirino sia della comunità internazionale che della stampa, perché i suoi attacchi contro i villaggi palestinesi starebbero provocando numerose vittime anche tra i civili, non risparmiando nemmeno ospedali e scuole.
La tragedia è che non ci sono verità certe. Non è facile distinguere tra buoni e cattivi e ciascuna parte vanta le proprie ragioni.

Se è indubbio che risultano al momento più numerose le vittime tra il popolo palestinese, è certo anche che il movimento terroristico di Hamas opera costantemente contro qualsiasi accordo di pace. I razzi sparati dai suoi militanti contro Israele sono la riprova che l’escalation di azioni e ritorsioni non avrà fine. La guerra Israele Palestina è ormai una storia infinita.

Il punto è essenzialmente uno: Israele tratta da molti anni con il presidente dell’ANP (Autorità Nazionale Palestinese), oggi Abu Mazen, ma questi non è in grado di controllare Hamas. Pertanto, le trattative di pace con i dirigenti “ufficiali” della Palestina risultano inutili, perché vengono messe in discussione quotidianamente da un movimento che ha come primo punto del suo statuto eliminare lo Stato di Israele e sostituirlo con una Repubblica Islamica. Non si tratta, quindi, di elargire ai palestinesi concessioni più o meno abbondanti. Hamas non vuole affatto l’esistenza di Israele e ciò è ovviamente inaccettabile sia da parte israeliana sia dalla comunità internazionale

D‘altronde, i fatti del 2000 dimostrano come le colpe sull’escalation di violenza non possano essere attribuite ad una sola parte. In quell’anno vi furono tutte le condizioni per giungere ad una fine della guerra Israele Palestina, ad una pace definitiva. Il premier israeliano di allora, il laburista Ehud Barak, con la mediazione del presidente USA, Bill Clinton, accettò quasi in toto le condizioni poste dalla controparte palestinese, guidata da Yasser Arafat, accogliendone il 97%: un successo oltre ogni attesa. Ma un secondo prima di porre la sua firma, Arafat telefonò in Palestina dagli USA, ricevendo l’ordine di non firmare. L’accordo saltò inspiegabilmente e da allora svanì il processo di pace avviato negli anni Novanta sotto la guida del premier Yitzhak Rabin.

Fu chiaro al mondo che ad certa dirigenza della Palestina non interessi la pace, ma la guerra Israele Palestina per loro doveva e deve continuare, una guerra che alimenta fiumi di dollari provenienti dal resto del mondo arabo e posizioni di carriera. Non è un caso che le madri e i parenti delle vittime uccise dall’attacco israeliano dei giorni scorsi contro un ospedale palestinese abbiano esternato ai funerali il loro odio contro Tel Aviv, ma anche contro Hamas, a cui poco importa il destino della popolazione per cui sostiene di battersi.

Tra l’altro ieri è anche iniziata l’invasione via terra dei carri armati israeliani…..


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