Il modello del “benefattore” è distruttivo. Non solo perché gonfia i prezzi del calcio di tutto il mondo, ma anche perché uccide i club.
I potenti Glasgow Rangers sono stati ridotti a rottami, nonostante Sir David Murray abbia “investito” 100 milioni di sterline nel club. Portsmouth, di proprietà della famiglia Gaydamak, è stato lasciato alla mercé del crudele industria del calcio dopo aver “goduto” gli investimenti sconsiderati, ma in infrastrutture e in una squadra giovanile.
Benefattori di successo come Roman Abramovich, lo sceicco Mansour, Silvio Berlusconi e Massimo Moratti sono le eccezioni – la maggior parte dei “benefattori” in tutto il mondo si divertonosotto i riflettori del calcio per qualche anno, per quindi lasciare i loro club un bilancio gonfiato da stipendi + debiti ma privo di infrastrutture o immobilizzazioni materiali. Questo porta direttamente al fallimento. Tra il 2010 e il 2012, più di 20 club inglesi sono stati lasciati fallire. In Spagna, oltre 22 club sono entrati fallimento negli ultimi anni. Il Club rumeno FC Unirea Urziceni è passato dal giocare nella fase a gironi della Champions League all’essere liquidato in meno di tre anni.
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