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Guest post: “Non solo diritti tv. Le società di calcio italiane hanno bisogno di sponsor e appeal internazionale”

Creato il 02 ottobre 2013 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

Molto interessanti le riflessioni di Giuseppe Berardi pubblicate su Sport Business Management (@SportBusinessM)lo scorso 13 settembre.

Partendo dall'ordine del giorno dell'Assemblea di Lega di quello stesso giorno, procede a delineare alcuni dei motivi per i quali la Serie A sta perdendo competitività rispetto a molte altre Leghe.

 

 

 


Recentemente i presidenti di Juventus, Inter, Roma, Fiorentina, Sampdoria, Verona e Sassuolo hanno scritto una lettera al presidente Beretta, lamentando poca trasparenza da parte dell’attuale advisor della Lega Infront. In vista della cessione dei diritti televisivi del prossimo triennio, i sette “diffidenti” sostengono che il valore possa essere più alto dell’attuale miliardo di euro, in particolare per quanto riguarda i diritti venduti all’estero, che ad oggi sono gestiti da MP Silva. Il fronte Agnelli/Moratti/Della Valle vorrebbe una stima indipendente sulle previsioni dei ricavi con benchmark su Premier e Bundesliga, studiando le loro azioni di crescita.
Tanto per aggiungere legna al fuoco, martedì scorso è arrivata a sorpresa sul tavolo del presidente Beretta una lettera inviata da IMG, uno dei principali concorrenti di Infront, che chiede ufficialmente quale sarà l'iter per partecipare alla selezione del nuovo advisor.
Siamo solo agli inizi di una battaglia che durerà almeno fino alla prossima primavera, in ballo c’è la maggiore fonte di entrata dei club calcistici.

 

Dall’inizio del nuovo millennio le società di calcio hanno cavalcato in pieno l’onda dei diritti tv, aumentando anno dopo anno gli introiti derivanti dalle televisioni e concedendosi il lusso di spendere tali risorse senza programmare e senza dotarsi di solide basi, come può essere uno stadio di proprietà.
Oggi per competere con le altre squadre europee c’è bisogno di incrementare ulteriormente i ricavi cercando di attingere sempre dallo stesso pozzo, che col tempo si è scoperto essere meno profondo del previsto.

 

Per molti la decadenza del calcio nostrano è da imputare allamancanza di impianti di proprietà. Gli stessi club da anni invocano una legge che possa agevolare l’iter amministrativo. Vien da dire che se le società avessero dedicato un po’ di tempo in più alla questione stadi e non solo ai diritti tv, forse oggi avremmo qualche impianto privato in più del solo Juventus Stadium.


Il calcio italiano si trova in una situazione di arretratezza, rispetto a Inghilterra, Francia e Germania, non dettata solo dalla mancanza di stadi moderni e confortevoli. Per assurdo, a modesto parere di chi scrive, anche se i club di Serie A avessero tutti uno stadio di ultima generazione si troverebbero comunque indietro rispetto alle grandi società europee come Real Madrid, Barcellona, Paris Saint-Germain, Manchester United, Manchester City, Bayern Monaco, Borussia Dortmund, Arsenal, Chelsea e Liverpool.

Questo perché l’appeal internazionale di cui godono questi club è di gran lunga superiore a quello dei club italiani. Non lo testimoniano i risultati sul campo, ma le entrate derivanti dagli accordi commerciali siglati in tutto il mondo.


Le sponsorizzazioni costituiscono oggi per i top club europei una fetta importante del fatturato. Con l’entrata in vigore del nuovo contratto di jersey sponsor tra il Manchester United e Chevrolet, i Red Devils incasseranno dalla casa automobilistica americana più di quanto ricevono Inter, Juventus, Milan, Napoli e Fiorentina messi insieme dai loro rispettivi main sponsor. È vero che quell’accordo è pazzesco, fuori da ogni logica di mercato, ma nel corso degli ultimi anni il valore delle sponsorizzazioni è cresciuto notevolmente per le società europee ad eccezione di quelle italiane.


Qualcuno potrebbe dire che l’appeal internazionale e la notorietà di un brand si sviluppano anche attraverso politiche di marketing attuate con stadi di proprietà. Si è vero, poter disporre di un impianto “sfruttabile” commercialmente 365 giorni l’anno attira partner, ma lo Juventus Stadium è entrato nel suo terzo anno di vita e non si vedono partner internazionali che bussano alla porta della sede bianconera. I naming rights sono stati venduti a una società esterna (Sportfive) ma è emblematico che non siano riusciti a trovare un title sponsor. Dal main sponsor Jeep la Juventus riceve 13 mln di euro annui. È possibile che non sia qualcuno disposto a investire di più al di fuori del mondo Fiat?!


Senza sponsor e stadi di proprietà continuare a discutere e litigare nelle assemblee di Lega per i diritti tv appare un tantino anacronistico.
 


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