Guida del Governo al disegno di legge di Riforma del mercato del lavoro

Creato il 06 aprile 2012 da Paopasc @questdecisione
Il Governo pubblica una Guida alla Riforma del mercato del Lavoro per spiegare, al di là del formalismo sintattico e terminologico del linguaggio burocratico, quali saranno gli effetti e le ricadute di questo disegno di legge.Interessa l'opinione pubblica, o almeno le fonti di stampa, la questione dell'articolo 18. La modifica che il Pd e i sindacati chiedevano è quella riguardante i licenziamenti oggettivi o economici. Sul licenziamento soggettivo o per giusta causa vi era già un doppio binario che prevedeva reintegrazione o indennizzo, mentre nel caso di licenziamento oggettivo o economico era sempre previsto l'indennizzo. La nuova versione introduce la reintegrazione anche per il licenziamento oggettivo, ma solo nei casi in cui si dimostri originato da motivi discriminatori o disciplinari:
Per i licenziamenti oggettivi o economici, infine, il giudice, qualora accerti l’inesistenza del giustificato motivo oggettivo addotto, dichiara risolto il rapporto di lavoro con effetto dalla data del licenziamento, disponendo il pagamento, in favore del lavoratore, di un’indennità risarcitoria onnicomprensiva, che può essere modulata tra 12 e 24 mensilità di retribuzione, tenuto conto di vari criteri.  Al fine di evitare la possibilità di ricorrere strumentalmente a  licenziamenti oggettivi o economici che dissimulino altre motivazioni, di natura discriminatoria o  disciplinare, è fatta salva la facoltà del lavoratore di provare che il licenziamento è stato determinato da ragioni discriminatorie o disciplinari, nei quali casi il giudice applica la relativa tutela.  Per i licenziamenti economici è previsto, altresì, che l’intimazione del licenziamento sia preceduta da una procedura di comunicazione preventiva alla Direzione territoriale del lavoro, come si è detto sub art. 13.

Ed ecco di seguito l'inizio del documento, disponibile per intero qui:
RELAZIONE ILLUSTRATIVA 
Il disegno di legge recante “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita” mira realizzare un mercato del lavoro dinamico e inclusivo, idoneo a contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, ripristinando allo stesso tempo la coerenza tra la flessibilità del lavoro e gli istituti assicurativi.  L’articolato proposto declina in formule normative il contenuto sostanziale del documento approvato dal Consiglio dei Ministri il 23 marzo 2012. 
Le finalità dell’intervento si fondano su alcune linee direttrici: 
- ribadire e valorizzare il contratto di lavoro a tempo indeterminato come “contratto dominante” ovvero forma comune del rapporto di lavoro; 
- ridistribuire più equamente le tutele dell’impiego, riconducendo nell’alveo di usi propri i margini di flessibilità progressivamente introdotti negli ultimi vent’anni e adeguando la disciplina del licenziamento individuale per alcuni specifici motivi oggettivi alle esigenze dettate dal mutato contesto di riferimento; 
- rendere più efficiente, coerente ed equo l’assetto degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive a contorno; 
- contrastare usi elusivi di obblighi contributivi e fiscali degli istituti contrattuali esistenti. Dal punto di vista strutturale, lo schema di articolato è suddiviso in otto Capi, rispettivamente rubricati: 
- Disposizioni generali; 
- Tipologie contrattuali; 
- Disciplina in materia di flessibilità in uscita e tutele del lavoratore; 
- Ammortizzatori sociali, tutele in costanza di rapporto  di lavoro e protezione dei lavoratori anziani; 
- Ulteriori disposizioni in materia di mercato del lavoro; 
- Politiche attive e servizi per l’impiego; 
- Apprendimento permanente; 
- Copertura finanziaria. 
Le singole parti del testo – al di là dell’apparente eterogeneità degli aspetti disciplinati – sono caratterizzate da una forte interconnessione sistematica e mirano a creare uno stabile e coerente rapporto fra settori di intervento troppo spesso in passato  disciplinati secondo logiche ‘di settore’ e in sostanziale assenza di un organico disegno riformatore.

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