Io quando non so bene che fare vado a Puerta del Sol, a vedere come sta la situazione.
Che situazione? Ti chiederai tu incuriosito, mio caro amico italiano che vuoi venire a vivere a Madrid.
La situazione è tutto rituale semplice ma per me sacro a cui vorrei non rinunciare mai: passare a salutare el Oso y el Madroño, mangiarmi un trancio di pizza ricordando l’amato paese natio, guardare qualche vetrina, osservare i mimi, guardare l’enorme struttura di ferro e vetro per accedere alla metro e pensare “è proprio una formicona”, desiderare i ventagli della vetrina di Casa Diego e, soprattutto, scrutare i turisti.
Adoro i turisti, io stessa mi sento una turista non solo a Madrid ma in giro per questa meravigliosa vita.
Turista: viaggiatore non mosso da motivi utilitari, bensì da scopi di svago o da interessi d’ordine culturale nei confronti dei luoghi visitati.
Tra tutti i miei turisti preferiti sono i giovani dell’europa del nord, che arrivano in Spagna tutti svitati e girano brilli e disinibiti per il centro dal pomeriggio, intrattenendo con spettacoli ludici involontari gli altri turisti e tutti i passanti in generale.
Poi mi piacciono molto i turisti giapponesi, che si imputtanano come pochi davanti alle mappe della cittá.
Sará perché io ho gli occhi grandi e quindi chiamo molto la loro attenzione, sará perché sono giovane e quindi per qualche sbagliata associazione di pensiero pensano che io parli perfettamente inglese ma a me i turisti giapponesi mi fermano ogni due per tre per chiedermi informazioni perché si sono persi.
Ammetto che guardare Madrid in una mappa, con strade e piazze scritte in giapponese aumenta esponenzialmente il mio sentirmi turista.
Peró i turisti del mio cuore sono sempre gli italiani, i nostri compatrioti.
In inverno si riconoscono dalle Hogan (ahimé), mentre in estate le Hogan non le mettono ma il look è ugualmente inconfondibile: occhiali da sole oversize, e per le ragazze jeans stretti e scarpe da ginnastica giganti. O, se fa molto caldo, pantaloncini di jeans e scarpe da ginnastica giganti. Io, che odio la ginnastica e le scarpe da ginnastica, soffro.
Ragazze italiane, mettetevi dei bei sandali bassi come fanno le turiste di tutto il resto del mondo! Ste scarpe da ginnastica non si possono vedere!!!!
Tutto questo fatto lunghissimo che ho raccontato voleva essere una piccola introduzione al tema di oggi, che è la parola TURISTA che nello spagnolo colloquiale si dice GUIRI (e si pronuncia “ghiri”, come gli animali che sono sempre sottoterra a dormire).
Si chiamavano “guiris” nelle province dei Paesi Baschi e della Navarra (nella Spagna del nord) i seguaci di Maria Cristina (Cristinos-guiristinos), che era in guerra con suo cognato il re di Spagna Carlo V. Da qui il termine si estese per indicare tutti coloro che parlavano in modo diverso e incomprensibile.
Il termine GUIRIS si usa in modo un po’ dispettivo, perché molti GUIRIS fanno errori difficilmente perdonabili:
- comprano cappelli messicani come ricordo del loro viaggio in spagna
- spesso indossano sandali con calzini
- al minimo contatto con il sole spagnolo si bruciano
- mangiano la paella per cena
- quando sono in un bar lasciano sul tavolo tutti i loro apparati tecnologici: telefono, videocamere, macchine fotografiche, etc. e per questo vengono puntualmente derubati
Ma la vera magia de los guiris è sorprendersi per qualsiasi cosa, e riuscire a vedere cose che la maggior parte degli abitanti delle cittá non nota.
E così li ascolterai esclamare entusiasti: “ooooh una fontana, una chiesa, un bar, etc..” e anche tu, madrileño poco guiri, potrai re-innamorarti della tua città, qualora ce ne fosse bisogno.