Sono solo 84 pagine, ma di sicuro le più lunghe della mia carriera. Ogni settimana pare sia quella buona per chiudere il catalogo poi, tra un cambio di foto, un taglio di pagine e rifacimenti vari, passano le settimane.
È lo scotto da pagare quando il lavoro viaggia attraverso troppi intermediari prima di arrivare a me, che sono l'ultima ruota del carro.
Tempo fa, quando il committente non capiva i motivi per cui una pagina era fatta come era fatta, mi incazzavo e combattevo su ogni colore, ogni taglio fotografico e ogni neretto. Mi seccavo la bocca a forza di discutere, di spiegare il perché e il per come, di giustificare ogni singola scelta. Oggi piego la testa e accetto di peggiorare il lavoro secondo le richieste di chiunque stia sopra di me. Quello che conta è sbarcare il lunario, incassare i soldi (se va bene fra tre mesi) e cercare di non complicarsi la vita.
Probabilmente questa sarà (forse) la settimana buona per finire questa tela di Penelope che, a forza di fare e disfare, ha più rattoppi che stoffa, ma non importa, quello che conta è che il cliente sia felice e l'editore soddisfatto.
Nel frattempo ho ricevuto l'ennesima richiesta di preventivo, ma visto che tutte le altre volte che ne ho parlato, tutto si è risolto in una bolla di sapone, questa volta, per scaramanzia, non voglio dire nulla.