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Ha senso aprire un blog?

Da Marcofre

Ancora oggi nonostante si sia parlato di “Morte dei blog”, la risposta alla domanda: “Ha senso aprire un blog?” è: sì, ha senso. Però teniamo ben presente l’evoluzione che c’è stata in questi ultimi tempi.

Il Web sino a qualche anno fa era una scoperta, e il blog un divertimento, un modo rapido di mettere online pensieri e passioni. Poi la situazione è cambiata, e molte persone che lo avevano adottato, sono passate a Facebook.

Dover aggiornare con regolarità i contenuti di un blog, e trovare dei lettori è faticoso. Facebook permette di creare una rete di amici (veri o presunti), con cui condividere tutto quello che passa per la testa senza difficoltà. Le sciocchezze su Facebook sono gradite; altrove meno.

Per chi sceglie di aprire un blog, questa è una notizia buona e cattiva.
Cattiva perché le aspettative si sono alzate. Il blog è diventato uno strumento: perciò o serve, oppure è inutile. I blog in Rete continuano a essere tanti, e le persone non hanno alcuna intenzione di perdere tempo con contenuti scritti male, banner lampeggianti, testo animato.

Buona perché se lo riempi di contenuti di qualità, riuscirai a trovare il tuo pubblico.
Il blog è una sorta di viaggio, perciò prima di intraprenderlo bada ad avere nello zaino:

  • Tempo;
  • Passione

Se dopo un mese sei deluso perché non hai migliaia di accessi, hai sbagliato tutto. Il blog crea conversazioni, allaccia relazioni: tutte cose che richiedono tempo perché devono essere sane.
È evidente che se mi occupo di Google+, gli accessi aumenteranno in modo vertiginoso nel giro di qualche settimana. I blog che possono vantare migliaia di accessi sono una manciata rispetto alla marea di quelli presenti. Spesso sono arrivati a realizzare certi numeri con gli anni e duro lavoro. E ci sono riusciti a dispetto dell’argomento trattato.

La passione è l’ingrediente che ti fa andare avanti anche se hai dieci lettori. Senti che gli devi qualcosa, e per questo aggiorni; inoltre, parli di quello che ti piace, ricordi? Ci sarebbe molto da dire a proposito di quei “dieci lettori”, spesso vituperati.
Il Web come tutte le cose, celebra molto i numeri: più sono grandi meglio è.

Anche se viene spacciata come una buona regola per misurare il tasso di salute di un sito o blog, occorrerebbe considerarla l’eccezione. La realtà è fatta di milioni di siti e blog che realizzano numeri bassi. Però a tenerli in vita, a leggerli, ci sono persone.
Torniamo così al mio pallino: conversazione. Conversare coi numeri non è divertente, né utile; viceversa con le persone sì.

Il blog quello genera: conversazione. Se viene snobbata come poco redditizia, pazienza. Se per riuscire ad arrivare ad accessi iperbolici sono necessari impegno e tempo, pazienza.
Le persone ti dicono: “Noooooooooo, un blog sui libri no, nessuno leggeeeeeeee!!!!!! Carver? O’Connor? Conosco uno che ha aperto un blog su Lady Gaga, adesso ha i biglietti gratis per i suoi concerti! Fallo anche tu”.

La passione non va a braccetto con la logica; però aiuta, e soprattutto insegna. Ma cosa?
Il senso del blog è nell’aiuto a comprendere il valore delle persone; e a quel punto il loro numero diventa secondario.


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