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Ha senso scrivere per degli analfabeti?

Da Marcofre

Dopo la ricerca pubblicata sul Corriere, diventa lecito porsi alcune domande. Per chi si scrive? Perché scrivere?

Forse è meglio fare i volontari in qualche doposcuola per adulti: non ce ne sono? Apriamoli allora.
Trascorrere il proprio tempo libero (tanto o poco che sia), su un paragrafo perché sia efficace, sembra follia: tanto non ci saranno lettori in grado di comprendere.

Se mi scappa un “emaciato” o “falcidiare” rischio di perdere un lettore. Se scrivo “eludere” o “soqquadro” mi scambiano per un intellettuale! Io, con un diploma di terza media.

Non importa: mica si deve scrivere per i contemporanei, ma per i contemporanei che abiteranno il futuro. E quelli, sono certo che avranno re-imparato la lingua italiana.


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