Chi si teme, più che sentirsi, inadeguato è una persona che si scruta, riflette sui propri limiti e magari si adopera per superarli. Contrariamente a quanto si crede, è una sensazione da forti e non da deboli, da persone che si attrezzano per affrontare nel modo migliore le prove che la realtà pone loro di fronte invece che buttarsi allo sbaraglio. Viviamo, però, in un mondo di rampanti e arrivisti, individui presuntuosi e arroganti che si ritengono in grado di fare di tutto, di affrontare ogni prova. Pensiamo a quelle giovani e a quei giovani, incontrati nelle cronache recenti, che aspirano a cariche politiche di tutti i livelli, le rivendicano, le pretendono in cambio di servigi prestati al Padrone. E talvolta le ottengono. Non si fanno domande, non si guardano dentro, non hanno dubbi circa la loro adeguatezza, anche se fino a pochi mesi prima si dondolavano languide e discinte su altalene fiorate.
L’inadeguatezza è uno dei temi affrontati da Nanni Moretti nel suo nuovo lavoro Habemus papam. Si è già parlato molto di questo film, soprattutto per le prese di posizione del quotidiano cattolico Avvenire che, dopo aver pubblicato una recensione benevola, ha ospitato un intervento, direi un’invettiva, del vaticanista Salvatore Izzo che, con argomenti piuttosto deboli (“Noi il papa lo abbiamo”), invita i cattolici a boicottare il film. Si chiede: “Perché dobbiamo finanziare chi offende la nostra religione?”
Per quel che è sembrato a me, Habemus papam è invece molto rispettoso della fede, dell’istituzione e delle gerarchie ecclesiastiche; Moretti ne traccia un ritratto garbato che mette in evidenza il lato umano dei protagonisti. Semmai, chi ne esce ridicolizzato sono i giornalisti sciocchi e incapaci, gli psicanalisti presuntuosi e gli esperti televisivi senza idee che si limitano a improvvisare fino a esaurire gli argomenti.
Pur se la trama è ormai più che nota, Fazio ha praticamente raccontato tutto, dettagli compresi, come al solito mi asterrò dall’entrare nel merito della trama. Mi limiterò a poche notazioni. L’ho trovato un film profondo e contemporaneamente leggero, che fa pensare, ridere e sorridere.
Ottimi gli attori, su tutti giganteggia Michel Piccoli ormai 86enne, espressivo e intenso, e assolutamente irriconoscibile: non sono riuscita a rinvenire sul suo viso il benché minimo tratto di quel che è stato. Fantastici i cardinali, descritti con attenzione e precisione, ciascuno col proprio carattere e le proprie inclinazioni, non come sagome piatte. Notevoli anche le comparse. Insomma, si è fatto un ottimo lavoro di casting. Moretti, invece, come in tutti i film, suoi e altrui, continua a interpretare se stesso con i soliti atteggiamenti e il medesimo modo di recitare. La Buy si intravede appena in un ruolo che sembra forse inutile: si ha quasi l’impressione che alcune scene del suo personaggio siano state tagliate nel montaggio finale.
Il film, che concorrerà al 64° Festival di Cannes, è stato girato parte in studio, con mirabili ricostruzioni della facciata di San Pietro, parte nelle fantastiche sale e nel superbo chiostro di Palazzo Farnese.
Bella la canzone Todo cambia interpretata da Mercedes Sosa che risuona contemporaneamente dentro il Vaticano e nelle strade di Roma.
In definitiva, un film gradevole e interessante da vedere e da discutere.