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Hai messo i miei jeans e sei scesa in strada

Creato il 19 ottobre 2012 da Thefreak @TheFreak_ITA

Piedi per terra

Abitudine alla vita

Non mi stacco, ricordo, ragiono, elaboro, analizzo, scruto, perlustro, mi stanco, stress, esplodo!!!!

Esplodo. Implodo dentro nel vedere la tua essenza librarsi vacua a mezz’ aria

In un volo calmo

non una picchiata, non una vetta lunare irraggiungibile

Ma un quieto sguazzare

Un rilassato e noncurante reggae mentale

Un invito alla pace

Un magnetico abbraccio

Un bisogno di toccarsi, di parlare senza emettere alcun suono

Di fare l’amore con gli occhi, con le dita, coi respiri

sulla pelle che entra in simbiosi, che rompe le sfottute barriere di un’infanzia, di un’ educazione,

di una vita nel posto sbagliato al momento sbagliato.

La vita e’ altrove

La vita non sta nelle cene programmate, nei regali comandati, nei locali alla moda,

nelle serate di oblio alcolico

ma oltre le mura, oltre i miei capelli, oltre i tuoi vestiti, oltre la nostra carne,

in un mondo creato da noi,

sul ponte fluttuante che va dai miei occhi ai tuoi su cui le nostre figure in miniatura si avvicinano

come acrobati in precario equilibrio su un filo sottilissimo,

sopra una corda tesa a tal punto da emettere una piccola pizzicata nota ad ogni nostro passo.

È una musica bellissima che cresce al crescere dei nostri passi più sicuri

che ormai attaccati danzano sulla totalità delle corde di un pianoforte.

Molti odono questa musica, pochi la intuiscono, nessuno la comprende davvero

E quasi indispettiti e gelosi di tal armonia zittiscono i musicisti danzatori.

Suona la porta…

Si spalanca bruscamente una finestra

Il telo di copertura viene strappato via dal vento impetuoso

Dalla tempesta di cazzate

Di insulse parole inutili

Dalla voglia di distruggere ciò che non è normale, consueto, conosciuto, sicuro, affidabile, fedele, compiuto…

Quella notte scavai una buca, una fossa in cui buttai una mia ed una sua ciocca di capelli intrecciate insieme,sperando che almeno loro potessero restare vicine senza essere disturbate. Non avrei mai immaginato che come germogli le due ciocche potessero svilupparsi, farsi strada tra la terra, il cemento e l’asfalto, brulicare ed amplificare le proprie radici in modo tale che sotto ogni mio passo io potessi sentire l’energia di questa vita, la realtà tangibile di questo abbraccio che avrei voluto seppellire ma che ora spinge me verso il basso, verso quella terra, verso quel intreccio peccaminoso ed indegno secondo ogni benpensante perbenista.

Dovrò affogare quei germogli con dell’altro wiskie?

Dovrò seguire il tuo consiglio anzi la tua richiesta e girarmi di spalle?

Lasciare che il funambolo torni indietro alla rovescia?

Come un voyeur che guarda dalla serratura lasciare

all’immaginazione, al sogno, all’inconscio

il privilegio di possederti,

di sentire la tua pelle rabbrividire sotto la mia mano che ti sfiora la schiena,

di ascoltare i tuoi gemiti mentre le mie labbra assaggiano ogni parte di te

mentre i nostri odori si mischiano insieme

Cristo santo non ho bisogno di un fottutissimo profumo!!!!

Aprire i miei occhi crudeli soltanto per vedere la tua bocca

La tua bocca curvarsi per produrre uno dei sorrisi più teneri che io abbia mai visto.

E poi staremo in mezzo a tutti

Inadeguati

Coscienti dei motivi di questa inadeguatezza

Coscienti che la vita è altrove

Capaci di sopravvivere sotto mentite spoglie

Attori di 1000 personaggi benevoli ed avversi

Ma è risaputo che dopo una lunga stagione di prime e repliche soddisfacenti

Abbiamo bisogno di toglierci il trucco

Di spogliarci del costume

Nudi e senza dir nulla darci un bacio che ci ricordi chi siamo davvero.

 Metti ancora i miei jeans e corri in strada…adoro quando lo fai.

di Francesco Briganti All rights reserved

Nota dell’autore: Come mi vorresti?Come mi immagini? Potrai fare di me quello che vuoi…sono soltanto un esecutore, un adepto della scrittura, il fido servitore dei miei pensieri, il dattilografo delle mie idee, l’editore dei miei scritti. In ciò che scrivo sta la mia essenza, la mia vera unicità.


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