Piedi per terra
Abitudine alla vita
Non mi stacco, ricordo, ragiono, elaboro, analizzo, scruto, perlustro, mi stanco, stress, esplodo!!!!
Esplodo. Implodo dentro nel vedere la tua essenza librarsi vacua a mezz’ aria
In un volo calmo
non una picchiata, non una vetta lunare irraggiungibile
Ma un quieto sguazzare
Un rilassato e noncurante reggae mentale
Un invito alla pace
Un magnetico abbraccio
Un bisogno di toccarsi, di parlare senza emettere alcun suono
Di fare l’amore con gli occhi, con le dita, coi respiri
sulla pelle che entra in simbiosi, che rompe le sfottute barriere di un’infanzia, di un’ educazione,
di una vita nel posto sbagliato al momento sbagliato.
La vita e’ altrove
La vita non sta nelle cene programmate, nei regali comandati, nei locali alla moda,
nelle serate di oblio alcolico
ma oltre le mura, oltre i miei capelli, oltre i tuoi vestiti, oltre la nostra carne,
in un mondo creato da noi,
sul ponte fluttuante che va dai miei occhi ai tuoi su cui le nostre figure in miniatura si avvicinano
come acrobati in precario equilibrio su un filo sottilissimo,
sopra una corda tesa a tal punto da emettere una piccola pizzicata nota ad ogni nostro passo.
È una musica bellissima che cresce al crescere dei nostri passi più sicuri
che ormai attaccati danzano sulla totalità delle corde di un pianoforte.
Molti odono questa musica, pochi la intuiscono, nessuno la comprende davvero
E quasi indispettiti e gelosi di tal armonia zittiscono i musicisti danzatori.
Suona la porta…
Si spalanca bruscamente una finestra
Il telo di copertura viene strappato via dal vento impetuoso
Dalla tempesta di cazzate
Di insulse parole inutili
Dalla voglia di distruggere ciò che non è normale, consueto, conosciuto, sicuro, affidabile, fedele, compiuto…
Quella notte scavai una buca, una fossa in cui buttai una mia ed una sua ciocca di capelli intrecciate insieme,sperando che almeno loro potessero restare vicine senza essere disturbate. Non avrei mai immaginato che come germogli le due ciocche potessero svilupparsi, farsi strada tra la terra, il cemento e l’asfalto, brulicare ed amplificare le proprie radici in modo tale che sotto ogni mio passo io potessi sentire l’energia di questa vita, la realtà tangibile di questo abbraccio che avrei voluto seppellire ma che ora spinge me verso il basso, verso quella terra, verso quel intreccio peccaminoso ed indegno secondo ogni benpensante perbenista.
Dovrò affogare quei germogli con dell’altro wiskie?
Dovrò seguire il tuo consiglio anzi la tua richiesta e girarmi di spalle?
Lasciare che il funambolo torni indietro alla rovescia?
Come un voyeur che guarda dalla serratura lasciare
all’immaginazione, al sogno, all’inconscio
il privilegio di possederti,
di sentire la tua pelle rabbrividire sotto la mia mano che ti sfiora la schiena,
di ascoltare i tuoi gemiti mentre le mie labbra assaggiano ogni parte di te
mentre i nostri odori si mischiano insieme
Cristo santo non ho bisogno di un fottutissimo profumo!!!!
Aprire i miei occhi crudeli soltanto per vedere la tua bocca
La tua bocca curvarsi per produrre uno dei sorrisi più teneri che io abbia mai visto.
E poi staremo in mezzo a tutti
Inadeguati
Coscienti dei motivi di questa inadeguatezza
Coscienti che la vita è altrove
Capaci di sopravvivere sotto mentite spoglie
Attori di 1000 personaggi benevoli ed avversi
Ma è risaputo che dopo una lunga stagione di prime e repliche soddisfacenti
Abbiamo bisogno di toglierci il trucco
Di spogliarci del costume
Nudi e senza dir nulla darci un bacio che ci ricordi chi siamo davvero.
Metti ancora i miei jeans e corri in strada…adoro quando lo fai.
di Francesco Briganti All rights reserved
Nota dell’autore: Come mi vorresti?Come mi immagini? Potrai fare di me quello che vuoi…sono soltanto un esecutore, un adepto della scrittura, il fido servitore dei miei pensieri, il dattilografo delle mie idee, l’editore dei miei scritti. In ciò che scrivo sta la mia essenza, la mia vera unicità.