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Hai preso impegni per la fine del mondo?

Creato il 20 dicembre 2012 da Archeologo @archeologo
Hai preso impegni per la fine del mondo? Si dice che viene una volta soltanto (ma credo siamo già a tre). Chi ha vissuto il countdown per il passaggio al nuovo millennio guarderà con sufficiente ironia i tanti articoli, libri e discussioni sull'argomento di oggi. Secondo un'ormai diffusissima leggenda urbana, il calendario maya di Tikal avrebbe indicato nel solstizio d'inverno di questo anno un cambiamento del ciclo astronomico. Tra inversioni del pianeta e altre teorie New Age, ci ha già pensato nel 2007 il blog Attivissimo (che si occupa di smascherare bufale sul web) e una ricerca del CICAP a spiegarne l'inconsistenza logica. Più recentemente un'ottima infografica di Linkiesta ha riassunto per sommi capi teorie, cospirazioni e dati più significati, come le varie apocalissi mancate (attenzione: la prossima è nel 2035)

Eppure domani saremo ancora tutti qui, con i problemi della vita quotidiana che sicuramente non ci avranno abbandonato. Purtroppo però si tratta, come spesso accade, di un'occasione persa per chi si occupa di diffusione della scienza: si trattava di un appuntamento perfetto per divulgare un'informazione corretta su argomenti di strettissima attualità. C'è chi l'ha presa con molta ironia: Julia Gillard, il primo ministro australiano, ha comunicato in un videomessaggio alla nazione che i Maya avevano ragione e che resterà per combattere gli zombie, durante - ovviamente - un programma satirico


Hai preso impegni per la fine del mondo? Sarebbe stato interessante organizzare una mostra sulle civiltà precolombiane, magari dedicata appositamente alle tematiche dell'archeo-astronomia, per mostrare al pubblico il vero fascino di scienziati che centinaia di anni fa riuscivano con mezzi discreti a scrutare il cielo. Eppure il campo - ancora una volta - è stato lasciato ai programmi televisivi di turno, tra montaggi fantasiosi e mezze verità. La continua disattenzione dell'archeologia accademica verso l'attualità, anche più popolare, lascia facilmente il campo a programmi di dubbia qualità e ancor più dubbio rigore scientifico. Per fortuna c'è qualche esempio positivo: Radio 24, l'emittente radiofonica del Sole 24 Ore, stasera ha proposto un autoironico programma, La notte prima della fine del mondo, con Margherita Hack, Roberto Giacobbo (immancabile), Giulio Magli, Paolo Attivissimo, Massimo Polidoro. Meglio di niente, ma è davvero spiacevole che gli enti di cultura e ricerca non abbiano saputo proporre una valida alternativa, con un sicuro successo di pubblico: altra eccezione è il Planetario di Roma che ha organizzato per tutta la serata di domani una visione notturna della sfera celeste con una guida per apocalittici confusi
Negli Stati Uniti la NASA, che ha una cura costante per la divulgazione scientifica in particolar modo sulle dicerie popolari, ha pubblicato una serie di domande e risposte sulla fine del mondo e qualche settimana fa ha organizzato un hangout su Google+ (il video adesso è su YouTube) per discutere pubblicamente dell'argomento con gli astrofisici dell'ente spaziale. Mentre il museo archeologico dell'Università della Pennsylvania ha organizzato una mostra spettacolare sui Maya e il 2012 con un riscontro di pubblico importante e un dj set la sera del 21 per il final countdown, a Brescia un'esposizione sullo stesso tema è stata annullata per mancanza di risorse finanziarie. Alla fine, duole constatare che non siamo ancora pronti per la fine del mondo.

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