Magazine Cinema
Visto in tv.
Un ragazzo dell'entroterra americnao arriva a New York per partire come militare per il Vietnam; a Central Park però incontra un gruppo di hippie a cui si lega, più per ingenuità che per pacifismo e schiramento politico. Passerà due giorni intensi, fatti di libertà, innamoramenti e droghe lisergiche. Partirà comunque per il campo di addestramento; gli amici lo raggiungeranno, ma per uno scambio di persona non sarà lui a volare in Vietnam.
Musical anni '70 (anche se ormai siamo negli '80s o quasi), tutto giocato con canzoni rock, stile visivo minimalista e abolizione di coreografie elaborate.
Le musiche: sono fighe. Non tutte sono memorabile, ma quelle che effettivamente rendono di più sono quelle passate alla storia "Let the sunshine in" e "Aquarius"; ma neanche le altre sfigurano.
Lo stile visivo minimalista è quello tipico anni 70, non solo dei musical, ma un po del cinema in genere di quegli anni (tranne Kubrick ovvio)... questo io lo considero un problema non essendo mai stato in grado di apprezzare quei colori azzoppati e quella grana grossa della pellicola. Comunque si può sorvolare.
L'assenza di coreografie è un'idea già presente in quel decennio, ma qui Forman fa qualcosa di più; eliminando le danze decide di ballare con la regia; anzi con il montaggio. Sono le apposizioni di immagini, la sequenza di azioni, luoghi e personaggi montati insieme a dare ritmo alle canzoni; idea entusiasmante che da vita anche ad alcune scene molto ben riuscite (su tutte quella del trip da acido).
Il vero difetto è l'assenza di una storia e il cast.
L'assenza di storia spesso fa in modo che le singole scene siano disgiunte da quelle adiacenti... tuttavia quanti sono i musical con una trama valida? A mio avviso in questo genere l'assenza di storia (che in questo caso c'è, ma è debole) in un musical è un problema solo in parte.
Il cast... li ho odiati quasi tutti... davvero non li sopporto... ma le canzoni comunque ti fanno dimenticare i cantanti.
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