Visto che ormai non se ne parla più, facciamolo qui. L’epidemia di colera ad Haiti ha raggiunto la capitale e in particolare il sobborgo slum di Citè Soleil, la parte più povera, tanto per cambiare. Si segnalavano la settimana scorsa oltre 30 morti in quel quartiere: stiamo seguendo la situazione grazie ai comunicati di Aumohd, associazione per i diritti umani haitiana, e al blog della Scuola di Pace Roma che sta raccogliendo fondi per fornire di acqua alcuni villaggi haitiani (vi raccomando di seguire qui e sostenere le loro iniziative LINK)
I morti superano la cifra di 500 in meno di un mese e i ricoveri sono saliti a circa 8000 unità. L’epidemia sta mietendo vittime soprattutto nel centro-nord del paese, a Saint Marc nei pressi del fiume Artibonite, da cui pare provengano le acque contaminate che hanno dato via alla diffusione massiccia della malattia.
Lo straripamento del fiume dovuto alle intense piogge e al passaggio dell’uragano Tomas in questi gorni (ora la perturbazione ha perso forza e ha deviato la sua rotta su Cuba) ha peggiorato la situazione sanitaria nella regione. L’uragano Tomas ha fatto altri 20 morti e 36 feriti ad Haiti e ha devastato completamente 900 case e ne ha danneggiate gravemente altre 5000 per un totale di 6000 famiglie colpite dalla tragedia.
L’espansione dell’epidemia nella capitale e la persistenza delle piogge stanno mettendo a dura prova il milione e mezzo di sfollati che vivono nei campi d’accoglienza in mezzo al fango in attesa di venire ricollocati in nuove abitazioni e prefabbricati costruiti, teoricamente, coi soldi della cooperazione internazionale che stentano a farsi vedere…