Magazine Diario personale
Svolgimento
Il bayou scorre lento nel pomeriggio afoso della Louisiana, bagna una grande tenuta il cui padrone si è risposato di recente; la prima moglie è morta, ed è stato proprio il bayou a portarsela via. I miei occhi percepiscono un’immagine chiara e nitida, ma quello che la mia mente fatica a comprendere è il punto di osservazione; è del tutto fuori dell’usuale, poi realizzo che sto avendo una visione, è come mi trovassi sul fondo del fiume guardando all’insù: la luce filtra attraverso delle canne, le foglie degli alberi gettano ombra sulla superficie; c’è una donna che spinge la testa di un’altra sott’acqua, tenendole un grosso bastone premuto sulla gola. È la nuova moglie che uccide la prima; in quel momento capisco che la donna vuole eliminare anche la figlia dell’altra. Ora sono in una barca ormeggiata lungo lo stesso bayou: è di un mio zio che si chiama Angus ma per tutti è solo “Manibuche”; a bordo c’è anche una mia specie di cugino. C’è ressa sottocoperta, l’agitazione tra l’equipaggio è troppa per far finta di nulla ma mio cugino rimane indolente e scocciato a ciondolare sull’amaca nella sua cabina. Cerco di scoprire che cosa succede, e torno sulla tolda; qualcuno cerca di uccidermi lanciandomi un mocassino acquatico sui piedi. Capisco di avere acquisito un paio di nozioni importanti, decido di trarne vantaggio al fine di cambiare gli eventi perché la conoscenza è potere; non so come accada, però d’improvviso mi ritrovo all’istante prima di incontrare l’equipaggio, con la differenza che so quello che accadrà (o dovrebbe accadere) nuovamente di lì a breve.
Mio cugino brucia bastoncini di cannella nella sua cabina per veder chiaro nella situazione, cialtrone com’è combina un guaio buttandone troppi su di un incensiere la cui forma ricorda quella del piatto di una bilancia, fissato con delle catenelle ad un supporto; io sistemo tutto e aggiungo grani di incenso, lui è svogliato e si butta sul letto.
Decido di osservare da più lontano gli eventi, e mentre cammino sulla riva del fiume stano con un bastone un serpente nascosto sotto il fango, se ne va senza farmi nulla. Mi rendo anche conto di trovarmi anche sulla barca, in quello stesso momento, dove ho la forma di una donna grassa con i capelli lunghi e la pelliccia; noto che da un ampio foro sotto l’ascella destra della pelliccia mi si vede una tetta flaccida e quasi appuntita; sto per dire qualcosa…
Mauro Melon
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