Uji nella luce del tramonto
La Passeggiata del filosofo
A essere onesti, non mi posso lamentare della settimana appena trascorsa. Nonostante un fastidioso dolore al ginocchio, probabilmente dovuto al troppo camminare a Tokyo, ho perseguito con fermezza il mio proposito di vedereI giapponesi li amano davvero tanto, i loro bei ciliegi che non danno frutto. Dappertutto, intorno ai fiori bianchi e rosa, è un tripudio di esclamazioni di stupore, macchine fotografiche con obiettivi professionali - un'altra passione dei giapponesi è la fotografia - e tovaglie da pic-nic.
Tutti, dai bambini agli anziani, si stupiscono come se li vedessero per la prima volta, e lanciano sugoi! a profusione. Trovo che sia commovente avere qualcosa da aspettare ogni anno con impazienza, e di cui meravigliarsi tutte le volte. Le cose belle andrebbero viste sempre con occhi nuovi.
Ai miei occhi, invece, è davvero uno spettacolo nuovo. Il mio stupore è differente da quello di chi ha già vissuto tante primavere immerse nel bianco, ma è anche diverso da quello dei turisti che sono arrivati a ubriacarsi di una Kyoto vestita a festa, senza averla vista spoglia e grigia, in pieno letargo. Troppo facile innamorarsene così, lasciarsi ammaliare dal suo lato migliore.
I posti che più ho amato sono quelli meno affollati, per qualche ragione quasi ignorati dai turisti occidentali: Uji, "the town of The Tale of Genji", che in ogni stagione è uno dei luoghi che più amo, e lo Hōryū-ji, poco fuori Nara, che comprende le costruzioni in legno più antiche del mondo.
Yumedono, il Padiglione del sogno, dello Hōryū-ji
Lunedì ricomincia la scuola, ma da queste vacanze ho spremuto ogni goccia di tempo, ora posso fermarmi un attimo e concedermi (anzi, impormi) di passare in casa questo week end piovoso... e ripassare i kanji.
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake