Eccomi finalmente! Finalmente dopo 2 giorni di cammino intensivo, assetato di luoghi e soprattutto di gente da incontrare, son riuscito a trovare un albergue del peregrino che avesse internet inside. Quante cose da dirvi. E quanti commenti a cui rispondere. Ma andiamo per ordine.
Ora vi scrivo da Estella, son molto stanco, e quando arrivi a fine tappa le cose da fare son tante. Son veramente tante: trovare dove dormire, e non tutti i posti sono accessibili; fare l’accettazione per timbrare le credenziali, prendere il posto letto e portare dentro la roba necessaria, lavarsi, cucinare se si ha la roba, altrimenti uscire e trovare dove mangiare un boccone, studiare l’itinerario del giorno dopo (spesso per trovare le strade adeguate a me dobbiamo chiedere, nonostante abbiamo il navigatore), e poi ripensare a tutto quel che il cammino del giorno ti ha lasciato.
Sono in cammino da soli due giorni e credetemi.. si viene a contatto con una realtà indescrivibile. Oggi non ho ancora parole per descrivervi cosa sto provando, ma mi sento già pienamente assorto nel mio percorso. Metro dopo metro, goccia di sudore dopo goccia, facendo tesoro dei mille consigli datimi da Giampiero in primis, ed altri, annego nei miei pensieri e nelle motivazioni che mi han portato fino a qui.
Cerco di ricostruire una persona che non mi è mai piaciuta. E quella persona sono io. Ma il minimo che posso fare, anche alle 10 di sera, nonostante tutto ciò (dato che oggi ho internet e domani chissà) è rispondere a chi riesco e pubblicare due notizie. Arrivati a SJPDP abbiamo trovato subito un posto accessibile in cui dormire. Un paradiso. Un posto che mi offriva una veduta sui Pirenei unica. Miravo quelle montagne quasi sfidandole, quella sera. E sentivo dentro di me che loro pure sfidavano me. L’indomani avrei avuto un bel match. Ma prevedere l’esito dell’incontro sarebbe stato commettere l’errore più grande.
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Handbike sul Cammino di Santiago: Pietro Scidurlo, una storia di rinascita #buonanuova | #2: Dove tutto ebbe inizio
Ci alzammo presto, cominciammo a pedalare tutti e tre alle 7 del mattino, col quel chiarore che ancora una volta mi permetteva di guardare in faccia le mie paure: i Pirenei. 4 ore dopo raggiunsi l’Halto di Ibanheta. Ero su una delle vette più alte d’Europa. Ce l’avevo fatta. Anzi no: ce l’abbiamo fatta. Io, papà e Yari, tutti insieme, affrontando una durissima salita da Valcarlos a Ibanheta, una ruota bucata (la mia). Abbiamo costruito una croce a fianco della chiesetta e siamo ripartiti per Roncisvalle. Poi Villava, 3km da Pamplona. Ho conosciuto diverse persone, e fisicamente sto bene.
Stamattina siam partiti alla volta Estella. E’ stata dura anche oggi. Molto più dura di ieri perché oggi abbiam preso diverso sole. Ma anche oggi siam arrivati fin dove ci siam prefissi. I miei genitori stan bene, nonostante siano poco abituati a vivere come un pellegrino. Yari è in forma. E io, se loro sono in forma, ho la forza per continuare, ma soprattutto la concentrazione. Ora qui devono spegnere le luci.
Ringrazio tutti per l’aiuto morale che mi state dando. Apprezzo tutto ciò e apprezzo sapere che in Google sono tra le persone più cercate. Significa che molte persone credono nel mio progetto. E per me questo è importante. Spero di potervi scrivere presto. Grazie davvero a tutti, è bello sapere che qualcuno ti aspetta.
Un abbraccio by Pedro el peregrino de Santiago.