Stamattina la sveglia l’abbiamo messa da parte, e ci siam goduti un ora in più di riposo. Sapevo che sarebbe stata una giornata diversa, una tappa importante. Ma ancora non sapevo cosa mi aspettava. E non parlo solo della salita che porta alla Cruz de Hierro. Lungo la pedalata ho incontrato diversi pellegrini che mi avevano visto il giorno prima, che avevano sentito parlare del mio progetto e che avevano letto di me su “La Voz de Galicia”. Chiaramente tutti noi, esuli da internet, non abbiam compreso di che parlassero fino a stasera.
Non so descrivere come mi sento, ma mi piace sapere che son sempre meno solo lungo il mio Cammino. E’ stata una lunga, costante e difficile salita. Spesso Yari mi chiedeva se volevo un aiuto, se volevo utilizzare quell’accessorio che sino ad oggi ha subito ben poca usura. Ma ho sempre detto no. Oggi volevo e ci son riuscito a salire alla Cruz de Hierro contando solo sulle mie forze. Ho fatto diverse soste, oggi il mio intestino mi ha dato da fare; non sempre si riesce a mangiare come vorrei, spesso devo accontentarmi di carboidrati. E per me, per il mio fisico, non sono il massimo. Ma passo dopo passo, o forse meglio dire.. pedalata dopo pedalata, ai miei occhi è apparsa la Cruz. Un emozione incredibile.
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Lì avrei a poco lasciato il peso di una vita. Oggi lì ho fatto pace con me stesso. Ho promesso di non combattere più quel nemico che spesso mi ha sconfitto. Lì ho giurato di accettarmi cosi come sono. Questa può sembrare una stupidata, ma per me è la fine di una stupida battaglia durata troppo a lungo. L’emozione è salita quando Yari mi ha preso in spalletta e mi ha portato su.
Non sempre ho internet abbastanza a lungo per inviare le foto del giorno. E non sempre ho il tempo per rispondere a tutti. Ma al mio ritorno, mi metterò li con calma e risponderò a tutti quelli a cui non ho risposto prima. La discesa verso la valle non è stata semplice perchè l’asfalto non è dei migliori e la pendenza è veramente alta. Idealmente penso superiore al 15%. Non son uno molto da numeri, ma vi garantisco che se avessi avuto un buon asfalto avrei potuto superare i 70 km/h che ho fatto giu per l’Halto del Perdon.
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Son un pò acciaccato: il molto vento di questi giorni mi causa l’alzamento sistematico della temperatura verso sera e il sovrallenamento/stress mi causa infiammazioni varia. Ma io son qui per un motivo e intendo portalo a termine. Prima per me stesso. Pure Yari ha qualche acciacco, per questo che a Ponferrada abbiam cercato una farmacia e abbiam comprato qualche farmaco. Ma stiam bene. Vi garantisco che tutti noi ne abbiam viste delle peggio.
L’ostello in cui siam giunti non è il massimo, ma come diceva una persona che credevo di conoscere “ki mendica non può pretendere!”. Non è adatto per le mie esigenze, ha qualche barriera architettonica (benchè quando l’ho prenotato ho chiesto prima), anche l’igiene lascia a desiderare, ma è quell’abbastanza comodo per permettermi di fare una doccia e dormire su un letto a castello. Domani la sveglia suona presto, e non sò se avrò ancora internet. Ma se c’è vi terrò aggiornati.
Son felice; forse ho trovato la mia strada, forse no. Ma mi piace quel che stiamo facendo. E forse davvero piace a tanti. Questo ci dà la forza per continuare. Un saludo a todos da Villafranca del Bierzo
Pedro, Yari, Bartolo e Tiziana