Quando ci siam alzati l’unica cosa che sapevamo era quanto sporco fosse il posto dove siam stati costretti a dormire a Villafranca, e quanto la stanchezza incidesse su di noi. Nonostante diverse telefonate, nel raggio di 20km non c’era nulla disponibile e non avevamo le forze fisiche per raggiungere altro posto. L’alternativa sarebbe stata la lastricata e fredda piazza o la macchina.
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Siam partiti di buon ora e dopo una buona colazione ci siam diretti verso la nostra vetta; verso O’Cebreiro. Avevo paura, ne avevo dalla sera prima. E a Yari non lo nascosi. Avremmo avuto un incontro con le nostre paure e non potevamo perdere. Mi caricò e cominciai a pedalare.
Durante la colazione mi fermò una ragazza; una ragazza spagnola che faceva parte di un club di ciclisti e aveva un blog sull’argomento. Che aveva sentito parlare di noi e che ci stava rincorrendo; e che mai più pensava di incontrarci a far colazione la mattina. Era Kira. Una simpaticissima spagnola che vorrebbe scrivere un pezzo su di noi.
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Dopo i primi 12 km di 27, l’avambraccio destro mi faceva molto male. Ma dovevo prendere quella vetta e dovevo farlo in fretta. Peccato aver sbagliato strada: la scelta cadde sulla più lunga..
5h per raggiungere O’ Cebreiro. 5h per trovarsi a 4 occhi con le mie paure. E Yari davanti a me. Sempre davati a me per dirmi cosa c’era dopo la curva. E spesso mi gridava “Questa”. Che significa “Salita”. 5h per rendermi conto che quel che mio zio Luca mi diceva era vero: “Le salite prima o poi terminano!”.
La mia sembrava interminabile. Arrivato in cima, nel giro di mezz’ora ecco anche l’altro Alto: l’Alto del Poio. Io, papà e Yari eravamo a 1.335m, sul tetto di Spagna. Davanti a noi, tra le nuvole, si nascondevano paesaggi d’una bellezza indescrivibile.
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Abbiamo attraversato tanti paesini e tanti pellegrini ci hanno fermato. Pellegrini che già avevamo incontrato. Rivedersi, a pochi km dalla meta di un viaggio che vorremmo non finisse mai, è sempre emozionante. Ma forse tutto questo non è la fine di un cammino: è l’inizio di un viaggio; di qualcosa di più grande.
Mi sento spesso indicare come l’autore di un impresa; ma io non mi sento tale. Io mi sento solo Pedro, un peregrino de Santiago; perchè è cosi che mi chiamano qui, per le strade della Galicia.