Foto presa qui.Titolo preso qui.
Le notizie che si sentono in questi giorni sono davvero spaventose (nel senso che fanno proprio paura). Dalla grande cronaca (l'aggressione a Paola Concia, la "questione Ikea", i dubbi di Buttiglione sulla legittimità delle pensioni ai gay) a quella minuta, l'immagine che questo paese da di se è quella di un'omofobia diffusa e in costante crescita. Ancora di più, è un paese che utilizza i gay come terreno di scontro e come tribuna elettorale. Prendere una posizione in merito ai diritti gay (o a quant'altro, anche gli aspetti più piccoli e privati della vita degli omosessuali) è un grido di appartenenza, è una dichiarazione programmatica, è un atto politico. Non importa davvero dell'argomento in questione, non è di quello che si sta parlando, in realtà. Quello che si dice realmente, il messaggio che si vuole far passare è io sto qui, io sto lì. Niente di più. Ovviamente le ripercussioni di questo atteggiamento istituzionale e politico sono diverse e purtroppo anche ben note. I numerosi episodi di violenza, fisica e psicologica, sono la prova che la distinzione giusto/sbagliato è stata ricevuta e metabolizzata da una popolazione che, da sempre, si sente in dovere di passare la novella e punire chi non si piega al comando impartito. Attraverso l'outing telefonico, ad esempio (questi giorni ci sono stati diversi episodi nella zona di Pavia), crudele e codardo come da migliore tradizione. La telefonata anonima che dice "suo figlio è gay" o "sua figlia è lesbica" è purtroppo qualcosa che ho visto succedere più volte attorno a me, ed ogni volta mi ha lasciato stupita ed interdetta. Anche ammettendo che i genitori possano prendere bene l'informazione (vogliamo essere ottimisti), è come chiamare qualcuno e dire "sua figlia ha fatto sesso ieri notte". Sono cose delicate, che magari si vogliono anche condividere, ma secondo tempi e modalità proprie. L'intromissione nel privato è l'altro lato di una medaglia che, nell'omofoba Italia di oggi, più spesso si presenta come totale, sconvolgente disinteresse. Come meglio di me ha saputo dire Bob Dylan, you're invisibile now / you got no secret, e l'ossimoro è solo apparente.
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