Magazine Diario personale

Happy unniversary March Hare!

Da Scriptomanti

Vuoi sentire una storiella divertente?

Pausa pranzo, ero in procinto di gustarmi, da solo, la mia cartocciata prosciutto e formaggio, mi serviva soltanto una panchina al sole sulla quale svaccarmi.

La piazza è rotonda, e stavo percorrendone la circonferenza per attraversare sulle strisce, quando la mia visuale periferica intercetta il movimento sussultorio di un paio di spalle che singhiozzano.

Voi avreste di sicuro tirato dritto, lo so, ma io sono uno scriptomante; trovare storie dove gli altri neanche guardano è il mio mestiere.

Mi è bastata un'occhiata e mi sono seduto ad assistere: ero troppo lontano e non riuscivo a udire il suono delle loro voci, ma è quel genere di parole che ti basta sentire una volta, poi si accasano in modo abusivo nelle tue orecchie e non ti lasciano più stare.

Soprattutto quando dormi.

Lei è una bionda modello base, senza troppi accessori; nessuna infamia e nessuna lode.

Lui, il bastardo, si siede a fianco borbottandole nell'orecchio: precedenti storici; ottime motivazioni, scuse senza dubbio; pronostici nefandi sulla falsariga di non potremmo andare avanti in queste condizioni: sembra giovane, sulla trentina, ma stempiato che sono io in imbarazzo per lui; occhiali spessi e zaino sulle spalle.

Lei muove la bocca: "Ma è per quella con cui sei uscito un paio di volte? Cos'ha che io, di punto in bianco, non vado più bene? Non capisco! È più bella di me? Ha un corpo migliore del mio?"

Sorride, cercando di rassicurarla: "Ma stupidottola, che dici? Sai benissimo che non mi è mai importato nulla del tuo aspetto fisico".

Alla fine lui, il bastardo, si alza e se ne va.

Lei rimane lì ancora una decina di minuti, e io a osservarla.

Beve un paio di sorsate d'acqua da una bottiglietta di plastica, controlla il telefono, estrae dalla borsa un libro dalla copertina rigida, color senape.

Prova a leggere qualche riga, per distrarsi; poi si mette il viso tra le mani e scoppia in lacrime.

Dall'etichetta bianca appiccicata sulla costina, ho capito subito si trattasse di un libro preso in prestito dalla biblioteca.


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