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Il film inizia con quella che a prima vista sembrerebbe una ragazzina parecchio smaliziata, che conversa in chat con qualcuno che poi incontra in un bar. Questo qualcuno però è decisamente più grande di lei e dagli sguardi e gli interessamenti non sembra promettere nulla di buono. I due finiscono nell'appartamento di lui, fotografo di giovanissime modelle di professione, bevono e tutto fa supporre che a breve il lupo verrà fuori dall'agnello e assisteremo al peggio.
La verità però si capovolge, non lei, ma lui viene drogato, si risveglia legato e imbavagliato e in un lungo e sofferente pomeriggio verrà torturato fisicamente e psicologicamente per il suo essere un probabile pedofilo. Hayley, nome probabilmente di fantasia, è infatti una vendicatrice che non si ferma davanti a niente, convinta di aver individuato in Jeff l'uomo coinvolto oltre ad abusi su minore anche nella scomparsa di un'adolescente. I suoi metodi, privi di coscienza, o forse troppo pregni di questa, la spingeranno ad indagare, a demolire le difese di un uomo che cerca strenuamente di dimostrarsi innocente, di metterlo alle strette con modi tutt'altro che politically correct (vedi foto sotto).
Non sapremo mai chi Hayley sia in realtà, se davvero la storia che racconta è vera o così come i modi per attirare Jeff, tutto e falso. Come lei stessa dice, forse rappresenta "solo" tutte le bambine umiliate, stuprate e abusate, di cui si fa spirito di vendetta.
Girato in modo teatrale quasi tutto all'interno di una villa, la claustrofobia del film è sottolineata anche dai primissimi piani insistenti sui volti dei protagonisti e da una fotografia splendida che si avvale degli sfondi neutri e colorati dell'ambiente per creare soluzioni sceniche e visive molto indie ma anche molto efficaci.
La spietatezza di Hayley che cozza con il suo fisico da bambina, è solo uno dei tanti colpi di scena che portano il film ad un finale unico, in cui finalmente tutte le carte vengono svelate. Se non basta una trama e una messa in scena tanto particolari ma anche tanto accattivanti, motivo in più per vedere Hard Candy è la prova degli attori: la giovanissima (all'epoca) e già promettente Ellen Page è perfetta, capace di raggelare e far tifare per lei con una sola scena, mentre Patrick Wilson concede una gran prova d'attore visto che il suo Jeff riesce a far provare disgusto, paura e anche pietà.
Hard Candy è così un film di difficile digestione, ma che vale davvero la pena di vedere.
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