697 pagine. Un’impresa impossibile quella di trasformarle in un unico film, esattamente come è faticoso filtrarne la metà (quasi 251 pagine ricche di storia) in due ore di pellicola. Harry Potter e i doni della morte: parte 2 è il film conclusivo della celebre e redditizia saga scritta dall’autrice inglese J.K.Rowling. Non ci sono più spensierate passeggiate al sole tra le vie del magico castello, animali fantastici da incontrare, battibecchi e risate. Si dà il via allo scontro finale, nell’oscurità più totale. E tutti i nodi vengono al pettine.
Arrivati alla resa dei conti, la tensione si fa sentire e gli scontri diventano più epici che mai. Draghi di fuoco, ponti che esplodono e il castello di Hogwarts diventato un cumulo di macerie sono solo alcune delle mirabilie visive che lasciano a bocca aperta. Ma, soprattutto, l’ultimo film di David Yates è stato scritto con chiarezza anche per chi non abbia mai letto le opere della scrittrice, evitando però ulteriori chiarimenti e riflessioni interessanti. Steve Kloves, storico sceneggiatore di (quasi) ogni pellicola potteriana, ha accentuato sempre più la tendenza a “correggere” i libri, ad eliminare, aggiungere (nonché storcere) e in quest’ultima impresa questo vizio diventa eclatante subito dopo l’arrivo ad Hogwarts dei tre protagonisti, a rischio di contraddirsi. Sotto quest’ottica iniziano a moltiplicarsi dubbi e la sceneggiatura sembra addirittura incrinarsi. Nonostante questo, la vis narrativa non crolla e le due ore ininterrotte di azione sono godibili.
Chi ha letto il libro sicuramente continuerà a lodarlo rispetto alla trasposizione cinematografica, apprezzandone l’attenta analisi psicologica; invece chi è fedele unicamente alla visione dei vari capitoli, e che non si sia perso strada facendo, si concentrerà soprattutto sull’azione, perlopiù vertiginosa durante la colossale battaglia nel castello. Palese è l’abolizione di valanghe emozionali, soprattutto quando Harry Potter diverrà consapevole dell’estrema e ultima verità.
Merita considerazione il tenue finale, con epilogo annesso, molto sommesso e poco epico, più silenzioso di quello cartaceo. Ma di spunti ne rimangono pochi, per un film nato per attirare il pubblico più giovane, con la ridondante battaglia tra il bene e il male, e che solo pian piano ha acquistato ricchezza e complessità, che certamente non eguaglia gli altri capostipiti del genere fantasy che lo superano di gran lunga.
L’atteso finale di questa saga decennale è un flop colossale o un’opera mitica? Qualora non esista compromesso accettabile, è inevitabile pensare che dall’incredibile mole di pagine, davvero dense e appassionanti, dell’ultimo libro di Harry Potter si potesse creare qualcosa di “oltre”, di davvero eccellente.
Marcello Cuomo
TITOLO : HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE : PARTE II
REGIA: DAVID YATES
SCENEGGIATURA: STEVE KLOVES
SOGGETTO: “HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE”, DI J.K.ROWLING
ANNO: 2011
DURATA: 144 MINUTI