
La mafia dello Zam, fedele al suo sacro principio (“la città è Cosa Nostra”) aveva cambiato il nome di via Santa Croce , intitolandola a don Gallo, cioè quel sacerdote che issava la bandiera di Cuba sul campanile, mentre i suoi confratelli cubani venivano mandati ingalera dal regime di Castro.Beninteso che, se anche la avessero intitolata a Paperino, il principio non sarebbe cambiato. Sempre un abuso restava.Oggi ho visto che la targa è stata rimossa. Non credo siano stati loro, nè il Comune. Evidentemente a Milano c’ è rimasto qualcuno che non è dsposto a subire le prepotenze della mafia e dei nuovi fascisti rossi. Bravo, chiunque egli sia (anche se i figli di papà dei Centri sociali probabilmente hanno abbastanza soldi per commissionarne un’ altra targa di marmo in sostituzione a quella trafugata (magari intitolandola a Bin Laden).Ho visto anche che hanno resturato il naso di Giuliani. Sono molto solerti questi volonterosi carnefici.Il bello è che si spacciano per anarchici contro lo Stato .Ma il loro Stato è molto peggio e molto più dispotici. Non tollerano il dissenso. E appena si manifesta, lo devono reprimere e cancellare.Loro sono liberi di occupare e imbrattare la roba degli altri (o pubblica). Ma se qualcuno tocca la roba “loro” (si fa per dire), allora diventano i peggiori scherri, che non tollerano “sgarri”. Proprio come la mafia, appunto….E speriamo che qualcuno vada a cancellare il murales di “Dax Odia” sulla Darsena, prima che diventi un monumento nazionale.In attesa che vengano i combattenti dell’ ISIS arrivino a dipingere sul Duomo gigantografie di cristiani crocefissi, come fanno in Iraq.
Paolo Caminati






