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Hatchet – Victor è il nuovo Freddy?

Da Soloparolesparse

Tra gli autori che non tradiscono mai metto a pieno titolo Adam Green.
Sai cosa aspettarti e non rimani deluso.
Così è per Hatchet, horror dai toni classici e dichiaratamente pieno di stereotipi (che poi non sò nemmeno più se è uscito o meno in qualche sala del nostro paese).

Un paio di ragazzi si spostano dalla festa a tema tette e sesso per prendere parte ad un tour nella palude del mistero.
Con loro naturalmente salgono sulla barca personaggi più che curiosi.
La coppia di anziani, il finto regista con le due attricette porno, una ragazza che sembra avere motivi più profondi per intraprendere il viaggio. Ed anche la guida è un personaggio poco affidabile.

Il fatto è che nella palude sembra vivere il fantsma (decisamente solido come fantasma) di Victor Crowley, ragazzo deforme ucciso dal padre con un colpo d’accetta, che spesso torna per spezzettare chiunque passi da quelle parti.
Ovvio che la comitiva verrà decimata…

L’intro di Hatchet è di ottima fattura.
Padre e figlio in barca, sono a pesca di una specie di mostro della palude, scena ben costruita e conclusione splatter con sbudellamento.
Poi titoli di testa e la storia comincia.
Ed il bello è che da quel momento in poi il film viaggia sui toni dell’ironia per tre quarti d’ora, tempo in cui non vediamo uccisioni e viene preparata con cura la seconda parte del film.

La storia di Victor viene raccontata da MaryBeth (una Tamara Fieldman che sembra voler concorrere al glorioso titolo di miglior urlatrice di un film horror) e mostrata senza misteri.
Il film è tutto pieno di stereopiti (l’ho già detto ma è il clou della questione),  ricalca i più classici punti fermi dei film horror anni ‘80, ma lo fa con un omaggio continuo, senza risultare mai banale o scontato.

Poi arriva (finalmente) Victor e il gioco di Green si sposta sul campo a lui più congeniale dello splatter puro.
Omicidi esagerati, membra staccate dal corpo, sbudellamenti, teste che scoppiano e sangue ovunque in zampilli e fontane.
Non c’è tensione, non c’è pathos… non è quello che si cerca in questo film.
Il finale poi è addirittura autoironico, con Victor che si scontra nel cimitero in un comico faccia a faccia con Joel Moore, roba da ricordare il primo Peter Jackson!

E per chiudere vi ricordo l’ovvia, scontata, devastante, indimenticabile frase di una delle ragazze.

“Non puoi sparare ad un fantasma!”

E direi che con questo ho detto tutto.
Aspettiamo Hatchet 2 (che è in realtà già pronto) per capire se Victor può diventare il nuovo slasher killer… ma di quelli esagerati!

p.s.
A questo punto sono sempre più curioso di vedere Frozen, perchè dovrebbe in teoria viaggiare su stili diversi.


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